Esodo degli ebrei dall'Egitto. esodo degli ebrei dall'Egitto
dipinto
1500 - 1510
Boccaccino Boccaccio (1466/ 1535)
1466/ 1535
Il dipinto raffigura un corteo di personaggi che avanza da sinistra verso destra in un'ampia radura. Al centro, si riconosce Mosé con le corna raggiate nell'atto di indicare la direzione al popolo ebraico. All'estremità destra, si scorgono due donne inginocchiate in preghiera in abiti rinascimentali, così come sono abbigliati secondo la moda contemporanea due coppie di personaggi a sinistra di Mosè
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Boccaccino Boccaccio (1466/ 1535)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu acquistato da Bernasconi tra il 1851 e il 1870. L’apprezzamento che ne fece Carlo Ferrari nel suo catalogo della galleria (1871) è degno di nota malgrado la prudenza del parere attributivo: «Opera finitissima. Il sottoscritto non sarebbe lontano nel classificare questo lavoro opera del Carpaccio». Nessuno però, da allora, segnalò che si trattava di un particolare ricavato dallo smembramento di una composizione più grande, nella quale il folto e compatto corteo biblico composto da minuscole figure che avanzano da sinistra a destra nella radura di un alpeggio doveva occupare una ridotta zona dello sfondo, mentre dal margine in basso affiora, risparmiata dalla riduzione del supporto, la punta metallica di un particolare che si sviluppava al di sotto. Nella sua incompletezza, l’iconografia del frammento sembra da riferire alla rappresentazione dell’"Adorazione del vitello d’oro", ma forse con un’allusione alla "Raccolta della manna" nelle due donne con accanto un bacile, una seduta con un bambino in braccio e l’altra inginocchiata. Al centro, Mosè ed Aronne sono preceduti da una figura con una coppa tra le mani che avanza seguendo il gruppo di adoranti guidati da due donne inginocchiate in preghiera in prossimità del margine del quadretto. Quasi tutti vestono all’antica, eccetto queste due donne e due coppie che dialogano alla sinistra di Mosè, raffigurati in abiti rinascimentali. Difficile determinare il soggetto dell’intera composizione. Certamente esso si sviluppava al di sotto e alla destra della sfilata biblica, come dimostrano le donne in testa al corteo in preghiera davanti a ciò che è andato perduto. Episodi come l’"Adorazione del vitello" e la "Raccolta della manna" possono essere rapportati a un tema salvifico e del resto, in generale, la figura di Mosè costituisce nella tradizione biblica e chiesastica una prefigurazione di quella di Cristo, come dimostrano in maniera paradigmatica a queste date, tra Quattro e Cinquecento, gli illustri antecedenti iconografici affrescati nella Cappella Sistina da Perugino, Botticelli e altri. Se non alla rappresentazione di profeti o dell’esodo degli ebrei tramite un’articolazione di scene su vari registri spaziali, il soggetto principale della composizione poteva quindi essere legato alla Passione di Cristo. Gli esempi culturalmente più vicini al nostro sono individuabili in area ferrarese e in particolare in dipinti di Ercole de’ Roberti e del suo seguito come la "Raccolta della manna" della National Gallery di Londra, per la quale si ipotizza la provenienza dalla predella di una pala ferrarese di soggetto eucaristico (inv. NG 1217; Molteni 1995), e la "Danza di Miriam", sempre al Museo londinese (inv. NG 3104), attribuita alternativamente a Lorenzo Costa e a Boccaccio Boccaccino, simile al soggetto veronese nel perfetto allineamento orizzontale delle numerose figure raggruppate in primo piano e sullo sfondo. Al di là del discorso strettamente iconografico, ragioni stilistiche impongono di abbandonare l’area carpaccesca, inizialmente evocata da Carlo Ferrari forse perché pensava ai vasti cicli del veneziano affollati da cortei di piccole figure, o forse perché sapeva che il dipinto era stato acquistato a Venezia. Cadono anche i suggerimenti in direzione dei veronesi Caroto e Cavazzola, di cui ben si conosce l’arte nel dipingere soggetti di piccole dimensioni ma con risultati alquanto diversi da questo. Secondo Francesca Rossi (2010, p. 425), le qualità di figure e paesaggio confermano il radicamento in un ambiente impregnato di suggestioni ferraresi e venete, e malgrado le evidenti difficoltà che nascono nel giudicare un’opera così frammentaria, diversi segnali portano all’indirizzo di artisti di area padana dalla cultura ibrida e fortemente contaminata come Marco Palmezzano, soprattutto nel trattamento del paesaggio, ma ancor più come Boccaccio Boccaccino, operoso tra Ferrara, Venezia e Cremona. Corrispondono al suo procedimento ideativo gli ampi volumi compatti delle figure, definiti da panneggi larghi e resi con un fitto disegno soggiacente di ombreggiatura a tratteggio, ben visibile agli infrarossi. Così come sembrano dovuti alla sua sensibilità gli accostamenti vivaci del violetto con l’arancio rinforzato da colpi di luce di superficie. E nondimeno, nel colore e nella struttura, il paesaggio ricorda per immediata associazione suoi dipinti giovanili come l’"Andata al calvario" della National Gallery di Londra (inv. NG 806; Tanzi 1991a, pp. 30-31, fig. 1), dal complicato scalare delle alture rocciose per zone di contrasto nettamente definite nei bruni delle rocce e nei verdi della vegetazione, questi generalmente pastosi e intensi rispetto agli azzurri di cieli via via sfumatissimi fino a diventare biancastri. Facendo un rapporto proporzionale tra le composizioni del frammento e dell’"Andata al calvario", che misura 132 × 139 cm, si potrebbero immaginare dimensioni originali simili per le due opere. (da Francesca Rossi 2010, p. 425)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717764
- NUMERO D'INVENTARIO 1464
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul retro in alto al centro - Pa[…] / G[…] - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0