Salomè. Salome con la testa di San Giovanni Battista sul piatto

dipinto ca 1500 - ca 1525

Il dipinto ritrae Salomè a mezzo busto con il volto rivolto a destra, in abiti rinascimentali. Ella regge un vassoio metallico su cui poggia la testa di Giovanni battista vista di scorcio

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Prata Francesco Da Caravaggio (notizie 1513/ 1525)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giunto come opera di anonimo veneto dalla collezione di Antonio Pompei, il dipinto fu riconosciuto a Callisto Piazza da Lodi da Antonio Avena nel 1937, ma in seguito, fino al recente restauro, finì tra le sospette copie ottocentesche. Appurato a seguito del restauro che si tratta di un dipinto cinquecentesco, seppure abraso e ridipinto, è stato finalmente possibile orientare con più precisione l’attribuzione già riferita ad un artista lombardo. L’iniziale ipotesi a favore di Piazza può essere stata confortata dalla presenza, sempre a Castelvecchio, della "Salomè" dell’artista lodigiano (n. inv. 1764-1B0083), un’opera di sicura autografia che davvero si avvicina al dipinto in questione nell’iconografia, nel taglio compositivo della figura, nella tipologia del costume alla moda lombarda dell’epoca e anche nella stesura pittorica fortemente chiaroscurata. Non a caso Francesco Prata da Caravaggio, l’autore a cui va probabilmente riferito il pezzo dopo aver approfondito un parere di Sergio Marinelli (comunicazione orale, fine degli anni novanta), si muove come il collega lodigiano nell’orbita culturale di Romanino, caposcuola bresciano protagonista di un’intensa stagione di rapporti con la cultura figurativa veneta giorgionesca. La produzione di Francesco Prata si caratterizza rispetto a quella di Piazza e Romanino per una diversa dimensione psicologica, più orientata alla forzatura caricaturale della rappresentazione. È significativo in tal senso il rapporto tra la "Giuditta" di Romanino dei Musei di Berlino del 1516-1517 (inv. 155) e la sua copia, o meglio, la sua stralunata caricatura, realizzata da Prata e ora di proprietà della Fondazione Cavallini Sgarbi (già discussa da Tanzi 1987, pp. 143-144, fig. 4). Pur mancando delle figure che assistono al gesto dell’eroina carnefice, anche il dipinto di Castelvecchio discende dal prototipo di Romanino. Tenendo conto dei problemi di conservazione, appare però qualitativamente più modesto rispetto all’altra ripresa dell’artista di Caravaggio. Nell’uno e nell’altro caso, comunque, l’impaccio di una mano poco abile nel disegno è tradito dallo scorcio prospettico malriuscito della testa del Battista, appiattita in maniera grossolana sul piatto. (da Francesca Rossi 2010, p. 427)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717761
  • NUMERO D'INVENTARIO 5251
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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