Madonna con il bambino in trono e due angeli musicanti. Madonna con Bambino in trono
dipinto
1500 - 1510
Il dipinto raffigura, al centro, la Madonna con il bambino su un alto trono architettonico decorato con intarsi. Ai lati, seduti sui braccioli, due angeli musicanti. Alle spalle del gruppo, dietro ad un ricco drappo damascato, si apre un paesaggio con architetture, colline e un fiume
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo/ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola, originariamente inserita entro una cornice a tutto sesto e probabilmente parte centrale di un polittico, stava nella collezione Monga con una generica attribuzione alla scuola lombarda. Avena (1914) avanzava ipoteticamente un riferimento a Bergognone, forse suggerito dalla parentela con l’iconografia di due palette (Londra, National Gallery; Berlino, Staatlichen Museen) raffiguranti la Madonna e il bambino seduti su un alto trono architettonico con due angioletti appollaiati di fianco sui braccioli. Il dipinto presenta discontinuità qualitative, probabilmente frutto di pesanti interventi ottocenteschi, evidenti nel bordo del mantello della Madonna, nelle aureole e nelle passamanerie del drappo damascato alle sue spalle, mentre di discreta fattura sono le altre parti. La posizione della Madonna coi capelli sciolti sulle spalle e del bambino disteso col braccio sinistro proteso verso il seno della madre e volto verso destra, forse in direzione di un devoto o un santo, sono molto simili a un dipinto pubblicato da Marcora (1976, p. 200) e rimandano a modelli leonardeschi intorno alla "Vergine delle Rocce", continuamente ripresi e banalizzati in ambito lombardo. Come segnala Marco Tanzi, qualche parentela, ma non tale da consentire un’attribuzione, si può riscontrare con la "Madonna con il bambino e angeli musici", scomparto centrale del polittico di Bosto oggi a Milano (Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco), firmato dal varesino Francesco de’ Tatti e datato 1517 (su questo pittore cfr. Ferrari 1992). Si vedano in particolare gli angioletti paffuti appesi ai lati del trono e le aureole iscritte: quelle del quadro veronese erano probabilmente come quelle della tavola milanese, prima del restauro ottocentesco. Queste considerazioni potrebbero suggerire che l’autore del dipinto si muova nell’ambito di un leonardismo popolareggiante di area lombarda o piemontese, che recupera nel primo decennio del Cinquecento formule arcaizzanti di moda negli anni ottanta e novanta del Quattrocento. (da Elena Rama 2010, pp. 439-440)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717748
- NUMERO D'INVENTARIO 1176
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI in pastiglia, sul bordo del mantello - SALVE REGINA MISERICORDIE VITA DULCEDO ET SPES NOSTRA SALVE AD - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0