San Domenico e san Francesco. Incontro di san Domenico e san Francesco d'Assisi
polittico dipinto
1490 - 1510
Il dipinto raffigura i santi Francesco e Domenico nell'atto di scambiarsi un abbraccio
- OGGETTO polittico dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Italiano
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il soggetto, relativo a un episodio occorso nel 1221 a Roma o presso Perugia (Altaner 1922), fu introdotto nella "Vita fratrum" del domenicano Gerardo da Francheto (XIII secolo), per essere quindi consacrato nella "Legenda Aurea" di Jacopo da Varagine (Capitelli, Cirulli 2002, p. 276). L’incontro trovava ragion d’essere nel tentativo di superare gli attriti tra i due ordini mendicanti, prova dei quali era, per esempio, il ‘furto’ ai danni dei Predicatori del sogno in cui Francesco reggeva il Laterano, che riprendeva in realtà un episodio attribuito inizialmente a Domenico. Ancora nel Quattrocento, tra le dispute, figurava la questione delle stimmate, che i domenicani sostenevano fossero state impresse anche a Caterina da Siena, ma che vennero riconosciute al solo Francesco da Sisto IV nel 1475. Non mancarono, tuttavia, i tentativi di accordo, culminati nel 1478, quando i due ordini decisero di celebrare congiuntamente gli anniversari dei fondatori. In tale contesto, l’abbinamento di Francesco e Domenico, spesso accomunati nel ruolo di intercessori presso la Vergine (Kaftal 1978, coll. 260-261), trovò una sintesi ancor più eloquente nell’"Incontro", un tema che, pur non diffusissimo nel XV secolo (Kaftal 1952, col. 405; Kaftal 1965, col. 489), non era privo di occorrenze: le più note sono offerte da una predella del Beato Angelico (1430) e dalla scena inclusa nel ciclo francescano di Benozzo Gozzoli a Montefalco (1452); ma si possono citare anche l’affresco staccato del piemontese Giorgio Turcotto (terzo quarto del secolo; Alba, municipio) e la terracotta robbiana nella lunetta all’ingresso dello Spedale di San Paolo a Firenze (1493-1496). Appunto in virtù di questo spirito irenico, inoltre, non è casuale che l’iconografia dell’"Abbraccio" si ispiri alla "Visitazione della Vergine" (Celletti 1964, col. 730; Saffrey 1982, p. 294), consentendo in tal modo utili parallelismi tra vicende santorali e ed episodi evangelici. Senza dubbio la tavola di Castelvecchio era parte di un polittico. Documentata in cattive condizioni nella collezione Bernasconi con attribuzione a Giacomo Francia e imprecisa lettura del soggetto («due frati che si abbracciano: un Francescano e un Domenicano»: Ferrari 1871), la tavola dovrebbe provenire da un ambiente vicino ai domenicani per l’importanza assegnata al santo portoghese, rivolto al fedele e oggetto dello sguardo di Francesco. Su base stilistica, Alessandra Zamperini (2010, pp. 442-443) suggeriva di fissarne l'esecuzione a cavallo tra XV e XVI secolo. Ritenuto un falso ottocentesco da Antonio Avena (scheda manoscritta presso l’archivio del Museo), dopo il restauro del 2005, il dipinto è stato riconosciuto come originale, anche se con marcate ridipinture. Di più problematica individuazione risulta, invece, l’area di provenienza: le figure sono connotate da una conduzione piuttosto elementare – dove le pieghe degli abiti sono essenziali, quasi monotone – compensata peraltro dal tentativo di indagine più pungente che affiora nelle fisionomie. (da Alessandra Zamperini 2010, pp. 442-443)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717746
- NUMERO D'INVENTARIO 111
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0