San Girolamo penitente. San Girolamo penitente
icona
1490 - 1510
Il piccolo dipinto raffigura san Girolamo in ginocchio di fronte al crocifisso con un sasso nella mano. A sinistra, il leone emerge dalla grotta, dominata dall'oscurità se non per un'iscrizione dorata che indica il nome del santo. Il fondo della tavola è uniformemente dorato
- OGGETTO icona
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
- AMBITO CULTURALE Ambito Cretese-veneziano
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola raffigura san Girolamo penitente accompagnato dal leone, in ginocchio all’ingresso frastagliato di una grotta, che si apre sul fianco scosceso di un’alta roccia. Il santo, tiene nella mano destra un sasso, mentre con la sinistra sta aprendosi l’himation, lasciando scorgere una parte del busto, percorso da sottilissime lumeggiature bianche che ne definiscono la struttura anatomica. Il bagliore luminoso del fondo d’oro ha perduto la primaria funzione di dare luce all’icona ed è ridotto a una cornice decorativa che segue il profilo delle rocce e ad un semplice, seppur prezioso, completamento cromatico del gruppo figurato (Angiolini Martinelli 1984, p. 22). Esso viene confinato ad una dimensione accessoria rispetto alle suggestioni naturalistiche, evidenti nelle tonalità della grotta, nella ferocia contenuta del leone e nella solitudine dell’aspro paesaggio rupestre in cui è ambientata la scena (Angiolini Martinelli 1982, pp. 21-22). È proprio lo sperone roccioso a costituire l’elemento più qualificante per collocare questa tavoletta in un ambiente ancora legato al mondo bizantino, nonostante la scelta del tema e la scritta latina dipendano da modelli occidentali. La roccia presenta lumeggiature bianche disposte in modo regolare a fili diagonali, che si fanno sempre più sottili e brevi man mano che si procede verso il fondo della scena (Angiolini Martinelli 1984, pp. 57-59). L’immagine del santo si pone in un rapporto proporzionale alterato rispetto al fondo, da cui emerge risultando accentuata. La figura dell’eremita è resa in modo da far risaltare in maniera preponderante un senso di ieraticità e fissità contemplativa, risultato della sua vita da asceta. Persistono ben evidenti reminiscenze degli stilemi di età paleologa nei moduli generali delle figure e nei panneggi fluttuanti. Particolare attenzione è dedicata al volto scavato e sofferto del santo, dal setto nasale sottile e dall’alto zigomo. Attorno all’occhio l’artista sottolinea la zona con un’ombreggiatura profonda ed una più sottile bianca, che si ritrova anche nella barba e, distribuita a macchia, nella fronte (Angiolini Martinelli 1979, p. 25). Secondo il parere di Cristina Franchini (2010, pp. 471-472), questa tavoletta va collocata nell’ambito dei modi formali cretesi-veneziani. Il modello iconografico mescola caratteristiche bizantine e tardogotiche, determinando un modo di espressione mista (Costantoudaki-Kitromilides 1998, p. 473). I santi della chiesa latina, come Francesco e Bartolomeo, appaiono in modo sporadico nelle chiese di rito ortodosso di Creta, in affreschi già del XIV secolo. San Girolamo con il leone si trova negli affreschi di Valsamonero a Creta, datati agli inizi del XV secolo. Non è un santo che goda di grande fortuna nel repertorio dei pittori cretesi, ma la sua rara presenza si giustifica con il dato storico dell’occupazione veneziana di Creta e testimonia che queste icone venivano realizzate per una committenza sia ortodossa sia cattolica. La compresenza di cretesi e veneziani, specialmente nei centri urbani dell’isola, fa sì che i santi della tradizione occidentale ottengano popolarità anche presso gli ortodossi. La più antica rappresentazione finora nota di San Girolamo penitente, legata all’ambito dei pittori cretesi-veneziani, è un trittico con l’"Incoronazione della Vergine" (XV secolo, Pinacoteca Vaticana: cfr. Bianco Fiorin 1992, p. 88; 1995, pp. 15-16), in cui la cultura bizantina si mescola con il gotico occidentale e le influenze nordiche, evidenti nelle pieghe nervose del saio. Una raffigurazione del santo (Ginevra, Musée d'art et d'histoire: Lazovic, Frigerio-Zeniou 1985, pp. 6-7) è attribuita al pittore cretese Andreas Pavias (1440 circa-1504 circa), mentre altre (1518, Dubrovnik, Monastero dei francescani: Chatzidakis 1979, pp. 196, 203; Baltimora, Walters Arts Gallery; Atene, Kanellopoulos Museum) sono opera di Angelos Pitzamanos, suo allievo dal 1482 al 1487, al cui ambiente sono riconducibili anche altre due icone del XV-XVI secolo (Padova, Musei civici: Furlan 1989, pp. 123-124;Chatzidakis 1993, pp. 120-122; Atene, Museo bizantino; Furlan 1989, p. 122). Ulteriori rappresentazioni di san Girolamo si trovano in un'icona, sempre databile al XV-XVI secolo, del Museo Nazionale di Ravenna (Bettini 1940, p. 52; Martini 1979, p. 96 n. 161) e in un'icona della metà del XVI secolo dei Musei civici di Udine (Pastres 2002, pp. 130-131). Rispetto a questi esemplari, l'icona veronese mostra una maggiore affinità con il trittico del Vaticano per lo scenario roccioso, la posa del santo e le caratteristiche fisiognomiche. Alla luce di questi elementi, Franchini (2010) collocava la tavola tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, secondo un modello affine al trittico del Vaticano e all'icona di Atene che precede la realizzazione delle icone di Padova, Udine e Ravenna, dove l'influenza di elementi occidentali emerge con più evidenza. (da Cristina Franchini 2010, pp. 471-472)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717718
- NUMERO D'INVENTARIO 5518
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI accanto alla figura del santo - S[ANCTUS] IERONIM[US] - caratteri gotici -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0