Cristo uomo dei dolori. Cristo uomo dei dolori

dipinto 1800 - 1899

Il dipinto raffigura Cristo con la corona di spine e gli strumenti della Passione. Attorno al suo volto, in un alone rosso, piccoli angioletti portano altri segni della Passione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Olandese
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dopo un lungo periodo di anonimato, l'attribuzione del dipinto a Jan Mostaert fu avanzata all'inizio del Novecento dalla storiografia tedesca (Friedlander 1905; Ring 1914), che data la particolare iconografia lo riconobbe in un'opera descritta in un inventario del 1523 della collezione di Margherita d'Austria, reggente dei Paesi Bassi e mecenate dell'artista olandese nel 1519 e 1521. Il Cristo sofferente è rappresentato a mezzo busto con le mani legate e incrociate sul petto, senza ferite ma con tutti gli attributi della Passione: la corona di spine, la canna di bambù nella mano destra, simbolo della derisione subìta, il flagello e la verga nella mano sinistra, la targhetta al collo con la scritta [E]CCE REX / VOSTER ("Guardate il vostro re", Giovanni, 14, 14). Altri simboli della Passione sono esibiti dalle figure di piccoli angioletti svolazzanti su uno sfondo rosso cinabro intorno al capo del Cristo circonfuso di luce: la croce, la benda per gli occhi, il lenzuolo funebre, la caraffa, la coppa e il borsello delle monete. Ricca di minuti dettagli e legata a uno sviluppo bidimensionale, la composizione sembra valersi di schemi mutuati dalla miniatura fiamminga, che ai tempi di Margherita d'Austria, collezionista di manoscritti miniati, fu un riferimento costante per gli artisti attivi in ambito brussellese. Del soggetto esistono numerose versioni in collezioni pubbliche e private e ancora oggi la critica tedesca, fidandosi di un parere espresso negli anni trenta (Hoogewerff 1936-1947), ritiene che qualitativamente l'esemplare di Verona sia il migliore di tutte (Ketelsen 2001). Molto probabilmente Hoogewerff e i suoi seguaci valutarono il dipinto basandosi soltanto su riproduzioni fotografiche, mentre ad un esame diretto è evidente che si tratta di una copia (Rossi 2010, p. 482). La materia pittorica è povera e sorda, manca delle trasparenze che caratterizzano la stesura a velature della produzione figurativa olandese antica. All'esame a raggi infrarossi, inoltre, non si sono rilevate tracce di disegno soggiacente. Non si conosce l'originale da cui può discendere la ripresa veronese, ma la versione più simile è quella conservata ad Amburgo, Kunstalle, proveniente dal mercato londinese di fine Ottocento (inv. 761, cm 44,2 x 33,4; Ketelsen 2001, pp. 194-196), databile, anche da una recente verifica dendrocronologica, intorno al 1515. Altre versioni con minime varianti si segnalano al Museo Puskin di Mosca, al Museo Hove di Brighton e sul mercato antiquario (cm 46 x 30,5, Amsterdam, Goudstikker, 1930, n. 37; Brighton, collezione Willet; Sotheby's venduta il 27 aprile 2016 e oggi in collezione Sam Fogg, Londra: Briat-Philippe 2018, p. 182). Privi della cortina di angioletti e di alcuni attributi del Cristo sofferente sono invece gli esemplari di Londra, National Gallery (inv. 3900, cm 30 x 21) e Burgos, Museo Arqueològico Provincial (inv. 221, cm 41 x 31; entrambi in Friedlànder 1967-1976, X, p. 70 nn. 17-17a). (da Francesca Rossi 2010, p. 482)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717695
  • NUMERO D'INVENTARIO 1789
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI al centro, sul cartiglio al collo del Cristo - [E]CCE REX / VOSTER - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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