San Francesco. San Francesco

polittico dipinto 1500 - 1549

Entro un paesaggio collinare, san Francesco è raffigurato a figura intera con un libro nella mano destra ed il crocifisso nella sinistra

  • OGGETTO polittico dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il pannello, unitamente a quelli raffiguranti "San Rocco con l'angelo e un devoto" (n. inv. 6484-1B2359) e "San Sebastiano" (n. inv. 6485-1B2360), giunse al Museo dalla collezione Monga. Tutte e tre le tavole erano scomposte e prive della cornice originale. La ricostruzione dell’insieme non sembra presentare particolari problemi e rivela la tipica struttura di un polittico di scuola veronese del primo Cinquecento. Si tratta evidentemente di un trittico dedicato a san Rocco, il santo raffigurato nello scomparto leggermente più grande degli altri, e quindi posto centralmente, con la figura rimpicciolita ai suoi piedi di un devoto inginocchiato in gesto di preghiera, il ritratto del committente dell’opera. Sul pannello principale è dipinta inoltre, su un cartiglio in basso a sinistra, la presumibile firma di un artista (o del committente?) non identificato, tale Olivo, che prima del restauro si sospettava postuma ma è invece risultata parte integrante della pittura originale. La disposizione dei pannelli si riscontra anche nella sostanziale continuità visiva della composizione, in particolare nella conformazione del paesaggio collinare che accoglie i tre santi e nella striscia di nubi rossastra che segna in alto, nel pannello con san Francesco e in quello con san Rocco e l’angelo, il passaggio al tramonto di una zona di cielo di un azzurro chiarissimo a una di tono più scuro, mancante nello scomparto con san Sebastiano probabilmente per l’abrasione della pellicola pittorica. Visto il supporto ligneo e il formato delle tavole, il trittico doveva avere in origine una complessa cornice ispirata all’architettura antica entro la quale i pannelli figurati erano intervallati da una partitura di lesene decorate, come nella gran parte della produzione veronese post-mantegnesca conosciuta, dal "Trittico di San Bernardino" di Francesco Benaglio ai numerosi esempi della bottega del cespo di garofano, ambito a cui non a caso una nota manoscritta nella vecchia scheda del Museo riferiva l’opera. È molto probabile che il tutto fosse inoltre completato da una cimasa e da una predella figurate. L’autore, di cui purtroppo non sono finora emersi indizi, si muove indubbiamente vicino alla bottega badilesca, alla quale si riferisce il modello per la figura di san Rocco, non lontano da quello dell’"Ancona dei santi Sebastiano e Rocco", pure al Museo di Castelvecchio (n. inv. 6497-1B2367). Ma come giustamente riconobbe Antonio Avena nel suo catalogo della collezione Monga (1914), l'autore si dimostra anche legato al colore e alla maniera vigorosa di Liberale, pure con i limiti di una stesura pittorica arida e di una sostanziale semplificazione formale, traditi dalle forme rigide, povere di ombreggiature e costrette entro le linee squadrate di un disegno ridotto essenzialmente ai soli contorni. L’autore sembra quindi essere un artista dalla cultura figurativa ritardataria ancorato a modelli sorpassati, forse operante già verso la metà del secolo. (da Francesca Rossi 2010, pp. 465-466)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717687
  • NUMERO D'INVENTARIO 6483
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

BENI CORRELATI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1500 - 1549

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE