Pietà con san Giovanni evangelista. Pietà con san Giovanni evangelista
dipinto
1490 - 1499
Il corpo di Cristo morto è sostenuto dalla Madonna e da San Giovanni Evangelista
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
- AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE "Il dipinto risulta dubitativamente acquistato dall’antiquario Cervetto Tedeschi nel 1878 e non compare nel catalogo della pinacoteca civica pubblicato da Giuseppe Trecca nel 1912, dedicato alla selezione operata dal direttore del museo Giuseppe Gerola dei migliori dipinti, oltre un migliaio, componenti l’allestimento permanente di palazzo Pompei alla Vittoria, prima sede museale delle collezioni civiche. Fu difatti relegato nei depositi agli Artigianelli insieme alle opere ritenute più scadenti, come spiega Trecca nella sua introduzione al catalogo (1912, p. 5). La ragione di questa esclusione può essere imputabile alle pessime condizioni conservative in cui l’opera doveva presentarsi al suo ingresso al museo, con la pellicola pittorica estesamente impoverita e ridipinta, compreso il fondo oro completamente rifatto, che rendono tuttora problematica la valutazione del dipinto. Secondo la scheda cartacea del museo la tavola recava un cartellino, ora perduto, con la scritta «scuola del Mantegna». La connotazione di questa composizione a mezze figure tradisce però ormai debolmente e forse solo per il suo accentuato arcaismo la derivazione da prototipi mantegneschi, mentre si inserisce bene nel panorama della cultura figurativa del primo Giovanni Bellini (cfr. la "Pietà" dell’Accademia Carrara di Bergamo). La presenza del fondo oro avvicina il dipinto a soluzioni tecniche di Bartolomeo Vivarini ma la stesura è tipicamente belliniana, a cominciare dal disegno preparatorio sottostante, ben leggibile sugli incarnati e sul corpo di Cristo, eseguito con un sottile tracciato a tratteggio, graffiato o inciso con una punta di piombo o con il retro del pennello e rifinito con un segno di puro contorno a pennello. Una certa sintonia si può cogliere con i modi di Lazzaro Bastiani, autore di una perduta "Pietà" di analoga organizzazione scenica, già nei musei di Berlino (inv. 1170A), a cui il nostro dipinto si avvicina anche nel modellato e nei tratti fisionomici delle teste, per quanto è ancora possibile leggere della materia pittorica originale. Un indizio sull’identità dell’autore si cela forse nella sigla non chiaramente leggibile – «a m t v» – che precede la data dipinta sul sepolcro, in passato trascritta come «1521», ma decifrata, al recente esame agli infrarossi, come «1491», un anticipo di tre decenni che conviene meglio anche stilisticamente al dipinto " (da Francesca Rossi 2010, cat. 136). Si segnala che la riflettografia del 2004 ha evidenziato l'impiego di una tecnica belliniana; i volti appaiono completamente smagriti; il disegno non è a pennello, sembra graffiato, inciso, secco e bruno, fatto con punta di piombo o raffiatura con retro del pennello; c'è anche un segno di puro contorno a pennello (si vedano le mani)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717532
- NUMERO D'INVENTARIO 5576
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI in basso al centro - A M T V. 1491 - caratteri gotici -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0