Presentazione di Gesù al tempio con san Simone. Presentazione di Gesù al tempio con san Simone
dipinto
ca 1469 - ca 1469
Angelo Di Silvestro Da Fiumicello Detto Zoppo Angelo (notizie 1469/ 1509)
notizie 1469/ 1509
San Giuseppe, in posizione defilata, con l’indice addita a Gesù l’ultimo dei profeti che finalmente ha avuto la rivelazione dell’avvento del Messia. La Vergine glielo offre con entrambe le mani, facendogli poggiare i piedini nudi sopra un cuscino e il bambino lo benedice, mentre Simeone congiunge le mani
- OGGETTO dipinto
-
MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a tempera
-
ATTRIBUZIONI
Angelo Di Silvestro Da Fiumicello Detto Zoppo Angelo (notizie 1469/ 1509)
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sergio Stevanato e Giovanni Pedrocco, che hanno esaminato il dipinto, nutrono sospetti sulla sua autenticità. La tecnica è quella diffusa in particolare nell’ambiente di Andrea Mantegna a colla direttamente sulla tela senza preparazione, di modo da sfruttare la trama della tela ed ottenere sfumature cromatiche più vellutate che si sono compromesse nel corso del tempo (cfr. Rothe 1992). Si attribuiva particolare evidenza alla figura del sacerdote Simeone, che è protagonista del dipinto, come sottolinea sia il decentramento compositivo sia l’epigrafe in capitali romane in grande evidenza sul parapetto «SIMEON» (non è da escludere che la tela sia stata ridotta a seguito di successive foderature e che l’iscrizione completa fosse premessa dall’indicazione come santo). È una sorta di epitaffio figurato del "Nunc dimittis", che prima ancora della Purificazione di Maria mette al centro la figura del vecchio sacerdote le cui pretese reliquie erano venerate a Venezia, dove sarebbe plausibile la commissione di quest’opera, anche se il pittore sembra piuttosto padovano. Questo artista doveva conoscere senz’altro le moderne composizioni a mezza figura, in "close-up", della "Presentazione al Tempio", offerte da Andrea Mantegna (Berlino, Staatliche Museen) e al suo seguito da Giovanni Bellini (Venezia, Pinacoteca Querini Stampalia), ma è stimolato a reinterpretare il tema in maniera assai originale e notevole, con la preoccupazione di mettere in valore la figura di san Simeone. Pure in questo caso si può pensare, vista la sottigliezza concettuale dell’invenzione compositiva, alla destinazione per la devozione privata di un committente devoto a Simeone, meglio che ad un altare pubblico. Per quanto riguarda l’attribuzione, molto interessante è la proposta di Hans-Joachim Eberhardt di escludere il dipinto dall’ambito veronese, nonostante la provenienza dalla collezione di Giulio Pompei, e di riferirlo ai primordi di Jacopo da Montagnana, proposta da De Marchi ripresa con dubbio (De Marchi 2002). Sembra un’opera giovanile, assai vicina a Parisati, del suo alter ego e concorrente Angelo di Silvestro detto Angelo Zoppo (De Marchi 1995; Callegari 1995, pp. 98-102; Callegari 1998, pp. 227-233). La ricostruzione del percorso cronologico del pittore padovano è ancora assai problematica, ma in considerazione del fatto che egli è documentato almeno dal 1469 si può ipotizzare un inquadramento non molto lontano da quella data (da Andrea De Marchi 2010, cat. 133)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717531
- NUMERO D'INVENTARIO 1011
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sul parapetto a sinistra - SIMEON - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0