Vergine annunciata. Vergine annunciata
dipinto murale
1450 - 1499
Maria appare a mani giunte, con lo sguardo rivolto al libro delle preghiere aperto sopra l’inginocchiatoio, raffigurato in malo modo in tralice. E' racchiusa da ghirlande vegetali da cui pendevano nastri rossi
- OGGETTO dipinto murale
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MATERIA E TECNICA
intonaco/ pittura a affresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tondo frammentario con la "Madonna annunciata", assieme ad un altro analogo con l'"Arcangelo Gabriele" (inv. 4325-1B1102), fu staccato "nel 1902 dal sottoportico del palazzo dei Tribunali, antica dimora dei capitani veneziani. Fanno parte di una più vasta raffigurazione affrescata dell’"Annunciazione", di cui rimangono in sito altri lacerti: la colomba dello Spirito santo, il Padre eterno ritratto a mezza figura entro un medaglione nel fregio che corre sopra l’arco e le iscrizioni latine – «PLENA / DOMINVS TECVM» – che riportano parte dell’annuncio dell’arcangelo, così come tramandato dai racconti evangelici. Nella minuziosa definizione delle ali, delle pieghe della veste e dei lineamenti delicati del volto dell’angelo – si notino le sopracciglia – l’anonimo pittore dimostra di avere assimilato la lezione della pittura tardogotica veronese. Dallo stesso ambiente proviene anche il lacerto con la "Madonna con il bambino, San Rocco e San Sebastiano" (inv. 6224-1B1099), anch'esso staccato dal portico nel 1902. "Prima del recente restauro i dipinti si presentavano in precarie condizioni. L'intervento conservativo ha permesso la rimozione degli strati di sporco, l’asportazione dei residui di un’antica scialbatura e delle stuccature a base di malta cementizia poste in opera precedentemente, nonché l’integrazione pittorica ad acquerello. I due lacerti sono sistemati entro una cornice lignea rettangolare «composta modernamente con elementi del Quattrocento» (cfr. le schede cartacee presso l’archivio del Museo). Catalogati inizialmente da Trecca (1912) tra gli «affreschi antichi» della Pinacoteca, furono in seguito ritenuti da Sandberg Vavalà (1926) «lavori della prima metà del secolo XV». Avena parlò prima di «ingenua e cara Annunciazione […] di gusto pisanelliano» (1937) e poi di «composizione arguta e fresca» (1954), assegnandola alla scuola veronese del XV secolo. Con ogni probabilità la scena dell’Annunciazione fu realizzata da un frescante veronese contemporaneamente alle altre pitture murali che ornano il sottoportico: fregi vegetali dove sono inseriti medaglioni con stemmi e festoni di foglie e frutti legati a nastri svolazzanti. La presenza ripetuta dell’impresa araldica della famiglia Barbaro (d’argento al ciclamoro di rosso) consente di individuare in Zaccaria Barbaro (1422/1423-1492), capitano a Verona tra il 1475 e il 1476, il committente delle decorazioni e di circoscriverne l’epoca di realizzazione. I motivi ornamentali rinviano al repertorio figurativo protorinascimentale padovano e mostrano strette analogie con le opere trentine (anni sessanta-settanta del XV secolo) della bottega del veronese Bartolomeo Sacchetto " (Ferrari 2010, cat. 94)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717505
- NUMERO D'INVENTARIO 4326
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0