Orfeo sulla nave degli Argonauti (o Arione e i pirati). Viaggio di Arione da Taranto a Corinto
cassone nuziale
ca 1470 - ca 1480
Nella scena, incorniciata da due cornucopie lignee, un musico sulla tolda di una nave è intento a suonare, mentre gli si fanno attorno dei soldati armati; le vele sono raccolte, a testimoniare che l’imbarcazione è ferma in rada; a poppa sventola un minuscolo vessillo con un leone alato. Oltre il promontorio e la cinta merlata che delimitano il golfo, si apre un paesaggio
- OGGETTO cassone nuziale
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera
- AMBITO CULTURALE Ambito Veronese
- LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola è stata identificata come frammento di una fronte di cofano nuziale da Zamperini (2010, cat. 90). La sua funzione è stata confermata da Vinco che ha segnalato non solo la sua posizione a sinistra di un mobile dalla struttura originaria tripartita, che andrebbe integrato con uno stemma centrale e un frammento destro, perduti, ma anche l'esistenza di un pendant del cofano di cui, passato ad alcune aste, non se ne conosce l'ubicazione odierna (2018, nr. 45). Il soggetto della tavola, con il "Viaggio di Arione da Taranto a Corinto", è stato proposto da Gianni Peretti (comunicazione orale riportata in Zamperini 2010): si tratta di un episodio narrato nelle "Storie" di Erodoto (I, 23-25) e nei "Fasti" di Ovidio (II, 83-118). Arione, mitico cantore, tornato ricchissimo vincitore da una tenzone poetica, venne derubato dai marinai della nave sulla quale viaggiava; prima di cedere alle minacce, però, il musico aveva chiesto di poter suonare un’ultima volta e, indossate le sue vesti più belle, si era alzato ritto sulla prua della nave; si trattava di uno stratagemma, poiché in effetti il giovane si gettò in mare, dove venne salvato da un delfino. Alcuni dettagli iconografici del frammento in esame potrebbero aderire a questo mito: l’abbigliamento ricercato del suonatore, la posizione spostata verso la prua sono tutti elementi che non contrastano con la narrazione erodotea, del resto nota nel Quattrocento, se il medesimo personaggio era stato dipinto da Mantegna in un tondo nel soffitto della "Camera picta" a Mantova (cfr. Zamperini 2010). Tale identificazione è giudicata la più corretta rispetto alle passate ipotesi che parlavano di un episodio delle storie degli Argonauti o dell'approdo di Argo in Misia. La tavola di Castelvecchio è stata riferita ad un ignoto (Trecca 1912) ovvero ad un meno generico maestro veronese dei cassoni del XV secolo (Avena 1937, 1954). Solo in un’occasione, Avena (1947) aveva suggerito un’attribuzione al veronese Domenico Morone, del quale – a suo avviso – il pannello esaltava la «nervosa maestria». Tuttavia, se il paesaggio «prezioso come d’un fiammingo» può far pensare alle ricerche intraprese dal pittore, gli scarti prospettici nell’impaginazione, seppur funzionali ad un discorso espressivo, dissuadono dal sostenere il riferimento ad una figura come quella di Domenico, che, al contrario, anche in produzioni analoghe – e si vedano in merito i cosiddetti "Tondi" della National Gallery di Londra – si rivela artista di ben maggiori raffinatezze tecniche, inventive e compositive, come ha argomentato Zamperini (2010). Per la studiosa, quindi, per il frammento, in assenza di ulteriori informazioni, pare opportuno mantenere il rimando ad un ignoto autore della seconda metà del Quattrocento, il quale, pur rivelandosi insensibile a ricerche artistiche più complesse, offre tuttavia un lavoro gradevole, ove manifesta acute doti da miniatore e un brillante tono narrativo (2010). Vinco propone di assegnare la tavola veronese, e anche il cofano pendant, alla fase giovanile del cosiddetto "Maestro degli Arma Christi di San Lorenzo", con una datazione verso il 1470-1480, in virtù della decorazione in stucco dorato che accomuna queste opere alle due fronti di cofano con la "Giustizia di Traiano" Guglienzi (2018)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717502
- NUMERO D'INVENTARIO 878
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0