Ritratto femminile. Ritratto femminile

dipinto 1550-1599

Dipinto raffigurante una donna a mezzo busto che tiene un libro in mano

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Campin Robert (attribuito)
    Daret Jacques (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima notizia del dipinto è rintracciabile in un inventario dei beni dei fratelli Pompei che si trovavano nel palazzo veronese di famiglia ‘alla Vittoria’ nel 1780, tra le cose spettanti al conte Alberto (ASVr, "Archivio Carlotti", proc. 1041). La scarsa considerazione per la qualità dell’opera veniva già fatta presente dall’ignoto compilatore dell’elenco, che liquidava il «Ritratto di Femina con libro» senza fornire indicazioni attributive e con la modesta valutazione di 6 lire, una stima addirittura sette volte inferiore a quella di una copia dal "San Barnaba che guarisce gli appestati" di Veronese menzionata alla riga precedente. Che si trattasse di una copia era dunque assodato anche per Carlo Ferrari e Lorenzo Muttoni al momento di stendere l’inventario della galleria di Giulio Pompei, figlio ed erede di Alberto, dove il ritratto fu registrato come un’imitazione dell’antico (Ferrari, Muttoni [1853] 1907). Poi, da quando Max Friedländer ne individuò il prototipo in un dipinto fiammingo ora nella Dumbarton Oaks, House Collection di Washington (inv. HC.P.1923.01, cm 50,5 x 35,3), proveniente dalla collezione Pozzi di Cremona (1858), il quadro veronese iniziò ad essere ricordato soltanto in relazione al suo modello e sempre come debole copia. Con il recente restauro e la riflettografia, si è potuto accertare che si tratta di una copia antica realizzata con pigmenti compatti e opachi indicativi di una stesura nel secondo Cinquecento. Lo sfondo non è ridipinto, la scritta fa corpo ed è originale. La fronte, la linea del naso e gli occhi sono ridipinti. L’iscrizione è coeva alla pittura e ciò indica che la copia fu eseguita successivamente all’aggiunta apportata all’originale americano, dove la scritta è risultata posteriore. Si è avuta inoltre la misura della perdita delle velature pittoriche sul volto, da cui deriva un indebolimento della definizione fisionomica del personaggio la cui immagine è appannata ed espressivamente sorda. Eppure, dove l’opera è meglio conservata, in dettagli come le mani, il velo della cuffia e il libro, è possibile apprezzare l’accurata trascrizione del modello. L’attribuzione del prototipo e l’identificazione del soggetto non hanno mancato di stimolare ipotesi contrastanti tuttora in parte dibattute. Dal Maestro di Flémalle, ovvero Robert Campin, si è passati al suo allievo Jacques Daret, di recente recuperato come figura autonoma rispetto al maestro, individuando lo stringente rapporto stilistico dell’opera con la "Visitazione" di Berlino, Staatliche Museen, e la "Madonna con il bambino e santi in un giardino" della National Gallery di Washington, e di conseguenza ipotizzando una datazione intorno al 1430-1440. Ma ultimamente si è suggerito di avanzare il dipinto intorno al 1525 per un problema di datazione del pendaglio che adorna il copricapo dell’effigiata (Thürlemann 2002, pp. 200-202, fig. 220). Il discorso attributivo è andato di pari passo con quello dell’identificazione del personaggio. Aloisa Sabauda è stata riconosciuta prima in Maria di Savoia, sposa di Filippo Maria Visconti nel 1427, poi nella più giovane Luisa di Savoia (1476-1503), duchessa di Angoulême e madre di Francesco I, re di Francia. Uno sforzo rilevatosi vano, tuttavia, dato che nel dipinto americano l’iscrizione non è coeva all’originale ma fu aggiunta probabilmente per omaggiare di un ritratto allegorico un’antica proprietaria dell’opera, una Savoia appunto. Casi simili non erano infrequenti nella pittura fiamminga del Rinascimento: il "Ritratto femminile" di Memling del Memlingmuseum di Bruges è famoso con il nome di «Sibylla Sambetha», o Persica, dall’iscrizione postuma cinquecentesca che accompagna la figura (Rossi 2010, cat. 87)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500717498
  • NUMERO D'INVENTARIO 5568
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • ISCRIZIONI a sinistra al centro - ALOISIA / SABAVDA - capitale -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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