Madonna del cardellino. Madonna con Bambino e San Giovannino
dipinto
1520 - 1520
Morando Paolo Detto Cavazzola (1486/ 1522)
1486/ 1522
Il dipinto raffigura la Madonna con Gesù bambino e san Giovannino, quest'ultimo con la croce e ritratto nell'atto di rivolgere lo sguardo allo spettatore. Sulla mano sinistra di Gesù si riconosce un cardellino. Alle spalle del gruppo, una esedra e un paesaggio collinare con case
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
tela/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Morando Paolo Detto Cavazzola (1486/ 1522)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La Madonna appartenne a Cesare Bernasconi (1798-1870), uno dei primi studiosi moderni della scuola pittorica veronese nonché Conservatore onorario della Pinacoteca civica fin dalla sua costituzione, nel 1857, alla quale legò per dettato testamentario la sua collezione di dipinti. Come molti dei suoi contemporanei, Bernasconi vedeva in Paolo Morando il più importante pittore veronese del Rinascimento. Nei suoi Studj (1864) gli dedica pagine traboccanti di ammirazione, per l’uomo non meno che per l’artista, ripubblicando in appendice, ma senza l’apparato iconografico originale, la monografia curata nel 1853 dal letterato e critico d’arte Aleardo Aleardi. Nel catalogo a stampa della quadreria, approntato da Bernasconi in collaborazione proprio con Aleardi ed edito nel 1851, la tela è riprodotta in una incisione di Lorenzo Muttoni, che sarà riutilizzata due anni dopo a corredo del prestigioso in folio di Aleardi, in cui 26 tavole illustrano il catalogo completo delle opere di – o allora attribuite a – Morando. Nella collezione il pittore era degnamente rappresentato. Nel piccolo formato delle Madonne di devozione privata Bernasconi possedeva la primizia assoluta (n. inv. 1409-1B0111) e la redazione più tarda e matura, ma fin dal 1838 era riuscito a far suo anche uno dei capolavori di Morando, il "San Rocco" proveniente da Santa Maria della Scala, che nel 1864 acconsentirà di vendere a Sir Charles Eastlake, direttore della National Gallery di Londra (Davies 1961, pp. 379-380). Anche allora era chiaro come questa "Madonna con il bambino e san Giovannino" fosse una delle ultime opere di Paolo. Il carattere unitario e monumentale del gruppo principale, costruito su una calcolatissima struttura a chiasmo, con la figura della Madonna avvitata su se stessa ad imprimere un movimento sinuoso a tutta la composizione, che si diffonde per cerchi concentrici all’esedra laterale e al paesaggio sullo sfondo, rivelano la sorprendente perizia compositiva del giovane artista e il suo aggiornamento culturale sui modelli raffaelleschi, conosciuti probabilmente attraverso le stampe. In questo caso, anzi, si può individuare una citazione precisa: il motivo riprende infatti la "Carità" dipinta a monocromo da Raffaello in una tavoletta della predella della "Deposizione" Baglioni, allora a Perugia, in San Francesco al Prato (Gamba 1905, p. 37). Morando utilizza lo stesso disegno, forse lo stesso cartone, anche per l’immagine della Carità nella "Pala delle Virtù" (n. inv. 1410-1B0335). Grazie a opere come queste, oltre a più superficiali motivi di carattere biografico, nasceva alla metà dell’Ottocento, con Aleardi, con Bernasconi, il mito di Paolo Morando come ‘Raffaello veronese’. (da Gianni Peretti 2010, p. 456)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715247
- NUMERO D'INVENTARIO 1389
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- ISCRIZIONI sulla spalletta dell'esedra, non più leggibile - PAVLVS / MORANDVS / V(ER) P - capitale -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0