Madonna dei gelsomini. Madonna con Bambino
dipinto
ca 1510 - ca 1510
Giolfino Nicola (1476/ 1555)
1476/ 1555
Il dipinto raffigura la Madonna con in braccio il bambino dormiente. Alle sue spalle, uno schienale fiorito di oleandri e, nel fondo, un paesaggio lacustre con montagne e fortificazioni
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a tempera
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ATTRIBUZIONI
Giolfino Nicola (1476/ 1555)
- LOCALIZZAZIONE Museo di Castelvecchio
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è ricordato dalle fonti settecentesche su uno degli altari laterali della chiesa di San Francesco di Paola, inserito in una pala raffigurante "San Filippo Neri" «parato per celebrar Messa, a cui apparisce in alto la Santissima Vergine», eseguita da Dario Pozzo nel 1628 (Dal Pozzo 1718) e forse progettata in modo da includere nella composizione anche la più antica tela di Giolfino, a evidenza opera di carattere devozionale destinata in origine all’uso privato. Dopo la soppressione della chiesa e dell’annesso convento nel 1806, la pala, elencata tra i dipinti scelti da Saverio Dalla Rosa per illustrare la sua "Scuola veronese di Pittura" (Guzzo 2002a), figura ancora integra fra i quadri ceduti nel 1812 dal Demanio per formare la Pinacoteca Comunale (Avena 1907, p. 60 nn. 115/615), ma già pochi anni dopo è registrata soltanto la presenza della "Madonna con il bambino" di Giolfino, mentre della parte spettante a Dario Pozzo non si hanno più notizie ([Dalla Rosa, Pompei] 1829). Il dipinto, «finitissimo e ben conservato» (Bernasconi 1864), nel verbale del restauro eseguito da Lorenzo Muttoni nel 1857 è descritto come molto annerito e bisognoso di foderatura, con «dei piccoli buchi sopra le due teste causati dal porvi delle corone; del rimanente trovasi della più perfetta conservazione» (Processi Verbali 1857-1861). Avvolta nell’ampia veste dai caldi toni rosso aranciati, la Vergine, con il bambino profondamente addormentato tra le braccia, siede su un basso gradino, appoggiata a una spalliera fiorita di oleandri e non di gelsomini, come vuole la tradizione da cui deriva alla tela il nome di "Madonna dei gelsomini" con il quale è più nota. Oltre il fitto intreccio dei rami contro il cielo percorso di nubi, si intravedono due brani di un paesaggio lacustre, ancora «sospeso tra la fantasia gotica e il sentore delle novità leonardesche» (Marinelli 1987). Mai, come in questo dipinto, Giolfino si mostra più legato al suo maestro Liberale, da cui deriva in parte il modello compositivo, ma, soprattutto, la caratteristica tipologia dei volti dai grandi occhi segnati d’ombra e l’aggrovigliarsi dei panneggi percorsi d’oro, sui quali incidono certo anche la conoscenza della pittura tedesca e il quotidiano rapporto con la scultura praticata per generazioni nella sua famiglia. Per la sua stretta affinità con la "Pala de’ Caliari", questa bella Madonna può essere datata intorno al 1510, dopo gli affreschi eseguiti sulla facciata della sua casa natale alla porta dei Borsari e sul prospetto di casa Montanari in piazza delle Erbe e prima della "Madonna con il bambino e san Giovannino" delle Gallerie di Berlino, già in Santa Maria della Vittoria Vecchia a Verona. Estremamente significativi per misurare la sfortuna critica di Nicola Giolfino, oggi ritenuto invece una delle personalità più originali del Cinquecento veronese, sono i giudizi negativi espressi su questa tela – proprio in quanto rappresentativa e caratteristica del suo linguaggio – da Giovan Battista Cavalcaselle e da Adolfo Venturi. Una «caricattura di Palma» la definisce infatti Cavalcaselle, in margine a uno schizzo del dipinto da lui eseguito nel corso di una visita alla Pinacoteca veronese (Venezia, Biblioteca Marciana, Cod. It. IV, 2031 [= 12272], busta D, foglio 8r), mentre a Venturi (1915) si deve la descrizione, impietosa quanto ingiustificata, della «grossa e dinocolata Vergine del Museo di Verona, che stringe a sé il bambino dormiente, molle e disossata massa carnosa. Sfondo al gruppo è un albero dalle foglie accartocciate; gli ampi drappi involuti si attorcono con materiale serpeggiare di pieghe intorno alle grossolane figure». (da Marina Repetto Contaldo 2010, pp. 380-381)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715222
- NUMERO D'INVENTARIO 1290
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0