Madonna con il bambino. Madonna con il bambino

dipinto 1475 - 1499

Il bambino è sdraiato con i piedini accavallati che giocherella con la collana di perle. La Madonna veste all'antica, ma esibisce un fine diadema di perle sul capo e il manicotto di pelliccia che si intravede al braccio sinistro sotto il mantello. Dalle riflettografie emerge un disegno di contorno ma corsivo, lineare, alla Bout, eseguito con inchiostro di bistro, bruno, a pennello finissimo. Il disegno preparatorio è ben leggibile sulle mani; tracce di spolvero si intravedono nella puntinatura dei contorni. In tal caso è stato usato un prototipo grafico o pittorico, se si tratta di una replica o copia. Nella parte più compromessa dal degrado, in corrispondenza del volto della Madonna, purtroppo non si rileva più nemmeno la presenza del disegno soggiacente del naso, della bocca e degli occhi, se non una traccia appena visibile in prossimità dell’occhio destro. I lineamenti della figura sono alterati, estremamente assottigliati e pressoché illeggibili

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Tedesco-fiammingo
  • LOCALIZZAZIONE Museo degli affreschi G.B. Cavalcaselle
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’accostamento a Cosmè Tura nell’inventario della collezione Monga (1911) è fuorviante ma nient’affatto strano, se si considerano le pessime condizioni in cui doveva presentarsi la materia pittorica del dipinto già in quel periodo, alterata a tal punto da mostrare lo scheletro di una composizione di cui sopravvive un accentuato grafismo dei contorni che fa veramente ricordare il linearismo insistito di un artista ferrarese. Il recente esame a raggi infrarossi è stato determinante per riconoscere almeno in parte il carattere dell’opera originale. Pur essendo oramai impossibile giungere a un’attribuzione attendibile, sembrano comunque chiari la datazione nell’ultimo quarto del Quattrocento e il riferimento a prototipi dei primitivi quattrocenteschi fiamminghi, in particolare alle "Madonne" a mezza figura di Dieric Bout, autore di modelli largamente diffusi fino alla fine del secolo in copie e derivazioni di seguaci (cfr. per esempio il dipinto di Copenhagen, Statens Museum for Kunst, inv. 255; Friedländer 1967-1976, III, p. 13 n. 96a, pl. 99), tra i quali il Maestro della Leggenda di Santa Barbara, di cui si è fatto il nome per il nostro dipinto, è solo uno dei tanti. Non si può nemmeno escludere un autore di area germanica, forse meridionale, a giudicare dall’esile fattura delle mani che sembra tradire la cultura ritardataria di un territorio di provincia (Rossi 2010, cat. 85)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500715112
  • NUMERO D'INVENTARIO 184
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Verona
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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