Giacion le antiche moli a terra sparte [...]. Capriccio di rovine all'antica

stampa di traduzione,
  • OGGETTO stampa di traduzione
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquaforte
    carta/ bulino
    carta colorata
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ATTRIBUZIONI Ricci Marco (1676 / 1730): inventore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Fondo Alpago-Novello
  • LOCALIZZAZIONE Museo Civico di Belluno
  • INDIRIZZO Via Roma, 28 - 32100, Belluno (BL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'incisione in oggetto, stampata presso la bottega veneziana di Alessandri e Scattaglia su carta ocra, raffigura un capriccio riccesco di rovine all'antica, caratterizzato dall'iscrizione "Giacion le antiche moli a terra sparte – Per cui brillano ancor natura, ed arte", in basso al centro, e dalla numerazione "B. N°: 8" in basso a sinistra. Sembra trattarsi della medesima serie di stampe, tutte derivate da opere di Marco Ricci, pubblicata da Teodoro Viero con l'aggiunta della concessione del privilegio "C.P.E.S.". Risultano identiche le posizioni e le forme delle iscrizioni alla base dei rami che la compongono, combaciano le misure ed anche il segno incisorio sembra derivare dalla stessa mano. È pertanto plausibile che i rami di questa serie di paesaggi ricceschi siano stati stampati inizialmente da Alessandri e Scattaglia, senza privilegio di vendita, per poi passare nelle mani di Teodoro Viero, il quale li assicurò al proprio mercato apponendovelo. Un sicuro termine post quem per l'inizio della pubblicazione di questa serie è il 1770, anno in cui gli editori, stampatori ed incisori in rame Innocente Alessandri e Pietro Scattaglia iniziano a collaborare aprendo bottega nei pressi di Rialto, a Venezia. Nell'aprile del 1797, alla vigilia della caduta della Serenissima, Teodoro Viero fece compilare un catalogo delle stampe che si potevano acquistare in quel momento presso la sua bottega veneziana, alla "Merceria dell'Orologio". Al foglio n. 22 di tale catalogo, dopo l'indicazione della "Raccolta di 48 Paesi di Marco Rizzi divisa in 4 parti in mezzo fog:o [...]" nata dalla collaborazione di Giuliano Giampiccoli e Giambattista Tiepolo e pubblicata in seconda edizione da Viero nel 1775, si legge di altri 32 paesaggi tratti da opere di Marco Ricci, 16 "per traverso in 4:to di fog:o" e 16 "più picioli". Il capriccio riccesco in oggetto, lavorato su una lastra di piccole dimensioni, può appartenere a quest'ultima serie, numerata esattamente come l'esemplare in oggetto, pubblicato da Alessandri e Scattaglia. Il foglio in oggetto riporta la numerazione "B. N°: 8". La composizione si avvicina a soluzioni utilizzate da Marco Ricci in diversi capricci di rovine all'antica, ognuno dei quali appare caratterizzato da precisi dettagli di frammenti architettonici, oggetti antichi, statue, figure e fontane. Nella fattispecie, l'incisore sembra aver tratto da diversi dipinti ricceschi l'idea del tempio circolare che si intravede sullo sfondo, della struttura in rovina sulla sinistra, dell'obelisco vicino alle colonne e alla statua femminile a destra (cfr. Scarpa Sonino 1991, pp. 241, 339-342, figg. 121, 330-336)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500694397
  • NUMERO D'INVENTARIO 9997
  • ENTE SCHEDATORE COMUNE DI BELLUNO
  • DATA DI COMPILAZIONE 2017
  • ISCRIZIONI in basso a sinistra - M. Rizzi inv - a stampa - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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