Madonna con Bambino e angeli adoranti

formella,
Bellano Bartolomeo (cerchia)
1434 ca./ 1496 o 1497

Grande tavola lignea, con due angeli che adorano la Madonna con Bambino in altorilievo. Un'iscrizione corre in basso, ai lati del trono. Originalità del supporto polilobato e mistilineo su cui sono fissati gli altorilievi: potrebbe essere un omaggio su vasta scala alle formelle ghibertiane delle porte del Battistero di Santa Maria del Fiore di Firenze

  • OGGETTO formella
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
  • ATTRIBUZIONI Bellano Bartolomeo (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Museo Civico agli Eremitani
  • INDIRIZZO Piazza Eremitani, Padova (PD)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Come testimoniato dall’iscrizione, l’opera era ubicata nell’aula in cui si riuniva la confraternita della Carità e subì un restauro in occasione del suo trasferimento, avvenuto nel 1854. Fu probabilmente in seguito a tale restauro che la scultura fu ricoperta di un colore scuro con l’obiettivo di fingere il bronzo, sotto al quale perciò, probabilmente, si potranno trovare policromie più antiche (Davide Banzato, in Dal Medioevo a Canova, 2000). Con quest’operazione, di prammatica in un lungo periodo che va dal tardo Cinquecento fino all’Ottocento, si intendeva nobilitare manufatti realizzati in materiale povero, non è quindi da escludere che questo pesante intervento possa risalire a un’epoca più antica. L’indicazione della provenienza ha posto il problema della funzione del rilievo, per il quale, dall’intervento di Andrea Moschetti (1930), viene sempre confermata la pertinenza al soffitto ligneo della Scuola della Carità: fa eccezione Davide Banzato (Dal Medioevo a Canova, 2000), che lo ritiene ipoteticamente una pala d’altare. Mattia Vinco (in La Salute e la Fede, 2014) mette in dubbio l’antichità del supporto e ipotizza che la Madonna sia da identificare con quella ricordata in un documento del 1763 sul lato breve d’accesso all’aula della confraternita (Magani 2007): “e sopra lo schienale di questo si vedono dipinti ginocchioni uno per parte di un sito dove si vuol porre la sacra Effigie di M(aria) V(ergine) che suol portarsi in Processione, in mezzo di dorata cornice e coperta, Baldo e Sibilla, la quale è vestita con abito di Terziaria”. Dopo la generica attribuzione dell’opera alla congiuntura quattrocentesca toscano-veneziana (Planiscig 1921), i rilievi sono sempre stati considerati dalla critica lavori di Bartolomeo Bellano, complice la coloratura in finto bronzo e la presenza del monumento funebre del medico e filosofo Pietro Roccabonella (1491-1496) nella vicina chiesa di San Francesco, completato da Andrea Riccio alla morte del collega. La Madonna con Bambino, arcaizzante e quasi neotrecentesca (Planiscig 1921), nonostante i contatti con l’ancona Ovetari di Giovanni da Pisa e Nicolò Pizolo, presenta nel panneggiare ispessito e quasi gommoso, forti tangenze con il mondo donatelliano, di cui Bartolomeo Bellano e Giovanni de Fonduli furono a Padova i massimi interpreti. Come indicato negli interventi più recenti, sembra qui mancare però la qualità che solitamente connota la produzione dei migliori seguaci di Donatello. All’attribuzione a Bellano va contro la lettura delle carte d’archivio, che vede il maestro sempre coinvolto in lavori che prevedono l’utilizzo della pietra e del bronzo, ma mai del legno
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500690602
  • NUMERO D'INVENTARIO 159
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
  • DATA DI COMPILAZIONE 2019
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2019
  • ISCRIZIONI a sinistra - Iscrizione: a sinistra EX AUL(A) SODALIT(IUM) / S(ANCTAE) M(ARIAE) CHARIT(ATIS) SEC XV; A DESTRA QUOND(AM) TRANSLAT(UM) / RESTAURAT(UM) / A.D. MDCCCLIV - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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