servizio di piatti, insieme di Darte Joseph (sec. XIX)

servizio di piatti post 1804 - ante 1805

Servizio da pranzo in porcellana di pasta dura. Cinquanta pezzi (NCTN 405627.1-50), riccamente decorati in oro lucido su fondo bianco con motivi di palmette e farfalle su una trama di disegni geometrici, sono dipinti con figure policrome di uccelli di ogni specie, esotici e nostrani, con il nome in "patois" antico scritto in oro. Venti pezzi (NCTN 405627.51-70) sono dei "petits pots", anch'essi decorati in oro lucido su fondo bianco, dipinti in questo caso con motivi di farfalle policrome talora posate su tralci di fiori

  • OGGETTO servizio di piatti
  • MATERIA E TECNICA porcellana dura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Darte Joseph (1765-1832)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Miniscalchi
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I 103 pezzi in porcellana della manifattura parigina Darte âiné rappresentano la parte del servito di gala destinata dal conte Mario Miniscalchi Erizzo alla costituenda fondazione museale: infatti egli legò soltanto i pezzi che si trovavano all'interno delle quattro vetrine a muro della camera da pranzo, ristrutturata su progetto di Ettore Fagiuoli nel 1951, dove tuttora sono esposti, tralasciando i rimanenti -che nel 1977 ammontavano a quasi 400- che erano custoditi nell'"office". Alcuni furono esposti nel marzo 1954 alla mostra "Tavole imbandite”. 320 pezzi (251 della serie dipinta con gli uccelli, tra cui quattro zuppiere, e 69 della serie con la frutta) apparvero nel 1986 alla casa d'aste Pitti a Firenze, ma poi se ne persero le tracce. Secondo la tradizione orale familiare, il servito sarebbe stato un non meglio precisato "dono di Napoleone". Pur mancando un preciso riscontro documentale, la notizia potrebbe trovare appoggio in un fatto storico: Francesco Miniscalchi Erizzo, primo senatore del Regno di Verona italiana e vice presidente della Società Geografica Italiana, nel 1869 presenzia all'inaugurazione del canale di Suez, invitato da Napoleone III, e potrebbe essere stato in tal'occasione che l'imperatore gli donasse il servito. La semplificazione della tradizione orale avrebbe poi portato a ricordarlo come dono del più celebre Napoleone I. Un altro servizio per la tavola, con motivi geometrici colorati e in oro in stile egiziano, fu donato proprio per celebrare tale impresa al vicere d’Egitto (“Magnificent tableware", 1991, p. 35). I pezzi pervenuti al museo sono in porcellana di pasta dura cotta a circa 1300° di temperatura, al "grande fuoco"; le decorazioni policrome sono state fissate con una successiva cottura a circa 750°, quelle in oro probabilmente con ulteriore successiva cottura a temperatura ancora inferiore. 51 pezzi (NCTN 0500405627.1-47), riccamente decorati in oro lucido su fondo bianco con motivi di palmette e farfalle su una trama di disegni geometrici, sono dipinti con figure policrome di uccelli di ogni specie, esotici e nostrani, con il nome in "patois" antico scritto in oro. 20 pezzi (NCTN 0500405627.48-67) sono dei "petits pots", anch'essi decorati in oro lucido su fondo bianco, dipinti in questo caso con motivi di farfalle policrome talora posate su tralci di fiori. 34 pezzi (NCTN 0500405628.1-34) presentano invece un colore di fondo "rouge tomate" cotto sotto smalto al "grande fuoco", ravvivato da decorazioni in oro lucido e brunito, e composizioni policrome assortite di frutta, vivacizzate talora dalla presenza di un insetto (per un esempio della manifattura di Dagoty, datato attorno al 1815, decorato con frutta si veda de Plinval de Guillebon 2006, p. 50, cat. 29). Si tratta quindi dei resti di due serviti diversi, da pranzo e da dessert, che fuorno abbinati nell'uso: la serie dipinta con la frutta era sicuramente destinata al dessert, per la scelta tematica decorativa, per le piccole dimensioni dei piatti e per la specificità di alcuni pezzi. La composizione di un grande servito abbinato con due serie distinte avvenne certamente in tempi successivi alla cessazione produttiva della manifattura Darte âine nel 1822, quando ormai, per formare un grande servito rispondente alle esigenze di tutte le fasi del pranzo, era giocoforza accostare serie residuali di serviti diversi. Le forme degli oggetti sono decisamente di gusto neoclassico e rimandano agli inizi del primo impero, così come le scelte decorative tradiscono precisi legami stilistici con l'ultimo quarto del XVIII secolo. La produzione di entrambi i serviti andrebbe quindi collocata agli esordi della manifattura entro il 1805. Sul finire del Settecento gli animali e le piante non vengono più utilizzati come meri elementi decorativi, ma vengono ora riprodotti con minuzia descrittiva in omaggio ai rinnovati interessi scientifici (Bacci 1966, p. 41). Ad esempio, la manifattura di Sèvres nel 1782 crea per il conte d’Artois un servizio “à oiseaux d’après Monsieur de Buffon”. Georges-Louis Leclerc (1707-1788), conte di Buffon, fu un uomo ecclettico: soprintendente dei giardini reali, naturalista e autore di libri quali “Storia naturale degli uccelli” e “Stagioni della natura”. I pezzi del servizio recano sul retro i nomi degli uccelli rappresentati (“Tables d’égoïstes 1750-1970. Arts de la table en France”, 1993, pp. 44-45, 48). La stessa "Storia naturale" potrebbe essere stata la fonte iconografica di altri oggetti per la tavola realizzati nella manifattura di Dagoty, come i pezzi che facevano parte di un servizio da dessert del 1808-1810, appartenuto a Jean Thomas Arrighi de Casanova, cugino di Napoleone, con la scritta col nome dell'uccello (de Plinval de Guillebon 2006, pp. 44-46, cat. 25), e come il piatto con "le Geai de bohême" databile attorno al 1810-1815 (Londra, British Museum; Dawson 1994, p. 388, cat. 283). [vedi ANNOTAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà persona giuridica senza scopo di lucro
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500405627-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona Rovigo e Vicenza
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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