scena mitologica
dipinto,
1771 - 1771
Marcola Marco (1740/ 1798)
1740/ 1798
Ciclo parietale con scene legate al tema del banchetto
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Marcola Marco (1740/ 1798)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Allegri
- INDIRIZZO Via Muro Padri, 24, Verona (VR)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le guide antiche della città ricordano affreschi di Marcola nel palazzo. Dalla Rosa (1806, p. 283), esprime un giudizio positivo sull'opera di Marcola, giudizio poi ripreso da Zannandreis (1891) e menziona come "degne da osservarsi le imposte delle fenestre, e delle porte di tutte le Camere del primo appartamento di questa Casa per le pitture". Esse erano adornate dal "genio felicissimo" di Marcola con la "fecondità della sua fantasia, la prontezza del suo ingegno, e la straordinaria sua abilità nella Pittura". In particolare le definisce le opere "più studiate di quel pennello sì pronto, che non sapea soffrir freno". Rossi (1854) e Giro (1869) invece riportano che le pareti e le "parte interne" erano "tutte dipinte di chiribizzi" di Marcola. Nella loggia del giardino del palazzo esisteva poi un altro affresco dell'artista con il "baccanale dei gnocchi, graziosamente ideato e disposto" (Zannandreis, 1891, p. 480), andato disperso alla fine dell'Ottocento. "L'Arena" del 18-19 ottobre 1898 riportava la lettera di un certo signor Biasoli che riferiva una notizia, data dal "Le Matin" secondo la quale il conte di Castellana avrebbe acquistato a Verona un "antico palazzo che ha undici soffitti dipinti dal Tiepolo. Egli li ha fatto trasportare a Parigi e d'ora in avanti così formeranno l'ornamento del giovane milionario". Biasoli riportava poi un passaggio di un giornale di Bologna nel quale ci si chiedeva come un "acquisto tanto ragguardevole" fosse stato ignorato, visto che non erano di certo potuti avvenire "in una forma affatto clandestina la scoprizione, l'imballamento, la spedizione di quel numero rispettabile di colli che crediamo necessari per il trasporto in Francia di tutta quella grazia di Dio". A Biasoli il 18 ottobre rispondeva Giuseppe Biadego, bibliotecario comunale e membro della Commissione conservatrice dei monumenti, che riteneva la notizia "una fiaba" e ipotizzava che il giornale francese avesse sbagliato il nome della città in questione. In realtà l'esatta versione dei fatti venne fornita dal "Corriere della Sera" del 21 ottobre, che corregge la parternità degli affreschi, dandoli appunto a Marcola. Di quello che doveva essere il suo lavoro più riuscito, resta memoria in un disegno a penna, acquerello e biacca conservato al Museo di Castelvecchio (inv. 13175-2B0643). I due affreschi con scene di banchetto, ancor'oggi conservati seppure in condizioni precarie, furono resi noti per la prima volta nel 1974 da Paola De Landerset Marchiori, che li pubblicò a confronto con altre opere dell'artista e con una foto dell'affresco perduto del baccanale. In particolare risulta significativo il rapporto con la decorazione di palazzo Fe d'Ostiani a Brescia, datato 1791, dove vent'anni dopo l'artista mette di nuovo in scena temi tratti dall"'Eneide" per decorare le pareti del salone
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500404765-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Verona Rovigo e Vicenza
- DATA DI COMPILAZIONE 2006
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0