Monumento con peduccio sotto a una base con due colone e due pilastri corinzi. Cornice della pala a tutto sesto. Architrave e timpano triangolare rientranti. Statua del Redentore. Parte incompiuta di monumento sepolcrale in marmo con un peduccio che sostiene una base a corpo centrale leggermente avanzato con piccoli pilastri alternati a specchiature rettangolari in marmo. Due pilastri inquadrano due colonne, tutto in ordine corinzio, tra le quali vi è la fornice per la pala d'altare, a sua volta con due pilastri, lisci, che sostengono un arco centinato con cherubino al centro. L'architrave è rientrante, come anche la base del timpano triangolare soprastante. Specchiature geometriche in marmo. Statua

  • OGGETTO monumento
  • AMBITO CULTURALE Ambito Veneto
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Longhena B
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Basilica di S. Giorgio Maggiore
  • INDIRIZZO Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Una tradizione, confortata da documenti citati dal Cicogna (1839, Vol. IV, p. 605), vuole che sia opera di Baldassarre Longhena, attivo nella Chiesa ai tempi del Monumento Michiel (1637 ca.). Tuttavia non si hanno prove che il documento citato, ossia il contratto del Longhena, sia stato effettivamente attuato, o se invece l'incarico sia passato ad un altra persona dell'ambito Longheniano. La data proposta dal Cicogna (1637) ci sembra, pur colle dovute cautele, accettabile sulla base di una prudente analisi stilistica. Il Cicogna, che riprende una notizia dall'Olmo (1619), che tuttavia data 1637, sostiene che il monumento è attribuibile a Baldassarre Longhena che in questi anni era impegnato, in S. Giorgio, nella costruzione del Monumento al Doge Domenico Michiel. E, inoltre, riporta dal "Libro Fabbrica" del Monastero: "1638. 9 Marzo. Accordo con me Baldisera Longhena di farli un deposito in memoria del già Ill. et Ecc.mo Civrian et questo simile disegno da me presentato et laudato da sua paternità alli B.or. et questo di marmo fregatto et lustrato con sue colonne et pilastri per banda di pietra di bianco... et epitaffio di Pietra di Paragon...per duc.360... (soscrizione originale di pugno del Longhena)" (Cicogna,1839 Vol.IV, p.605). Non è possibile accertare con sicurezza se il lavoro fu seguito dal Longhena o da altri, quindi, in at tesa di ulteriori prove documentarie, conviene assegnarlo a un autore di ambito Longheniano, anche perchè dell'epitaffio in Pietra di Paragone, non vi è alcuna traccia e stilistica mente sono adottate soluzioni poco convincenti, comunque inferiori ai risultati raggiunti dal Longhena nel Monumento al Doge Domenico Michiel
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500123399-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni artistici e storici di Venezia
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2002
    2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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