Sposalizio di Maria Vergine

disegno 1500 - 1510

Personaggi: Maria Vergine; Figure: sacerdote. Figure maschili. Abbigliamento religioso. Abbigliamento

  • OGGETTO disegno
  • MATERIA E TECNICA carta bianca/ inchiostro a penna/ acquerellatura/ punta d'argento
  • MISURE Altezza: 243 mm
    Larghezza: 206 mm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Gallerie dell'Accademia
  • LOCALIZZAZIONE Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • INDIRIZZO Dorsoduro, 1050/ Campo de la Carità, Venezia (VE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il disegno è con ogni probabilità da identificare con quello citato dall'Elenco Generale (1832 c.) nel Libro C, come "lo Sposalizio della Vergine acquerello" insieme a "molte figure che marciano a penna", entrambi attribuiti a Bernardino Zenale [il secondo disegno è forse da identificare con il S. Ambrogio che caccia gli Ariani, n. 157, attribuito a Marco d'Oggiono dal Beltrami (1911, pp. 608-609) e confermato dal Fogolari (1913, n. 27), che non ci sembra sia più stato preso in considerazione nel dibattito sui disegni leonardeschi delle Gallerie dell'Accademia]. E' stato considerato da Lionello Venturi (Inventario 1910) come "tarda imitazione dell'arte fiorentina del sec. XVI" e quindi passato nell'Inventario attuale a Scuola lombarda, sec. XVI. E' citato unicamente dal Loeser (1903) che propone dubitativamente di attribuirlo a Boccaccio Boccaccino, mentre S. Moschini Marconi ci segnala anche un'attribuzione manoscritta del Fogolari allo Pseudo Boccaccino ed una orale di Otto Benesch al Bramantino; come aveva già avvertito Ilaria Toesca (schede ms.), e come chi scrive ha indipendentemente riconosciuto, il foglio è certamente della stessa mano, e fa parte della medesima serie di un problematico disegno dell'Albertina di Vienna, con Maria che lavora nel Tempio (A.P. n. 233), attribuito da Schobrunner e Meder a Bramantino (1897, II, tav. 233), confermato poi al Suardi da Meder (1923, n. 233) e da Bernardini (1915, p. 15, fig. 2), mentre il Suida (1905, p. 70) lo riferiva al Mantegazza, forse per rilievi non eseguiti nella Certosa di Pavia, e il vari Schendel (1938, pp. 90-91) lo giudicava piuttosto di ambito bergognonesco, e forse progetto per una tarsia, ritenendolo dell'ultimo quarto del Quattrocento. Mentre il disegno veneziano non veniva pi preso in considerazione, la Maria che lavora nel Tempio di Vienna, catalogata da Stix e Spitzmller (1941 , n. 300) come opera di artista lombardo degli inizi del sec. XVI, era esposta nel 1958 alla mostra milanese dell'Arte lombarda dai Visconti agli Sforza (catalogo 1958, n. 324) con una sommaria ricostruzione della sua fortuna critica e con una insostenibile attribuzione a Vincenzo Foppa che Maria Luisa Ferrari (1963, p. 29) mut?in quella a Zenale (in accordo con la primitiva identificazione dell'Elenco Generale, che probabilmente la compianta studiosa non conosceva), giudicando il disegno "in stretta contiguità di tempo e di stile con la pala Cernuschi [cio?con la Circoncisione in collezione privata a Losanna, esposta a Milano nel 1958 come Maestro lombardo, 1500 c., e passata a Zenale dalla stessa Ferrari, 1960, p. 34 sgg.], dove ricorre assai simile il modulo ingentilito delle figure, ma soprattutto la forma cincischiata delle pieghe sugli orli delle vesti, che era giàre peribile nella Madonna Robinson. Per l'architettura, invece, abbandonata ogni ulteriore ambizione bramantesca di spazio amplissimo, l'invenzione di Zenale si allinea piuttosto agli esemplari di strutture decorative diffusi dal Cesariano nell'Italia settentrionale". E' da notare che anche un secondo disegno, il Cristo davanti a Caifa del British Museum (1895-9-15-760) era fin dal 1915 dal Bernardini pubblicato insieme alla Maria che lavora nel Tempio di Vienna, entrambi come opera del Bramantino, mentre il Parker (1927, p. 35) lo attribuiva dubitativamente a Zenale, il Suida (1953, fig. 198) lo passava invece a scolaro del Bramantino, Popham e Pouncey (1950, n. 295, con ulteriore bibliografia) lo davano a "Milanese, first quarter of the sixteenth century", infine la Ferrari (1963, p. 26) giudicava il disegno rientrante "nel problema Zenale" associandovi cautamente il dipinto con l'Ecce homo già nella collezione Trivulzi o pubblicato dal Suida (1953, fig. 155) come anonimo seguace del Bramantino, "e che potrebbe realmente spettare a Zenale" secondo la Ferrari (loc. cit.), mentre il Ragghianti (1967, p. 46, nota 2) pensa piuttosto al Luini giovane; in ogni caso il Cristo davanti a Caifa del British Museum è di mano diversa dalla Maria che lavora nel Tempio dell'Albertina e dallo Sposalizio della Vergine delle Gallerie dell'Accademia, e deve quindi essere escluso dal dibattito su questi disegni. I confronti istituiti dalla Ferrari tra la Maria che lavora nel Tempio di Vienna (e conseguentemente il disegno veneziano) e la pala Cernuschi appaiono molto suggestivi; ci sembra per altro che, anche in accordo al primo orientamento dubitativo del Loeser (1903), un accostamento dei fogli viennese e veneziano a Boccaccio Boccaccino possa apparire pi persuasivo, nonostante la loro parziale diversità dagli altri disegni di Boccaccino presentati in questo catalogo (e dagli altri richiamati nelle schede), che riteniamo dovuta soprattutto al carattere di "modelletto" grafico di questi fogli, ben diversi dagli schizzi ideativi di cui alle schede successive
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500070329
  • NUMERO D'INVENTARIO 108
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Gallerie dell'Accademia di Venezia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza speciale per il Polo Museale Veneziano
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI al verso, sul controfondo - Lorenzo Lotto ? - a penna -
  • STEMMI Marchio - Lugt 2
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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