Allegoria della Vittoria

monumento ai caduti a monumento-ossario,

L’ossario sorge sul Passo del Tonale, poco discosto dalla strada statale, alle pendici della Cima Cady e dirimpetto ai Monticelli. L’edificio, a pianta quadrata, è una sezione di cubo preceduta, sul lato frontale, da un avancorpo a forma semicircolare, attorno al quale 2 rami simmetrici di scalea portano alla sovrastante terrazza. Su di essa si erge un monumento composto in 3 sezioni. Un basamento a parallelepipedo rettangolo, poggiante sul lato più corto, sorregge una colonna dorica scanalata e priva di capitello, ma decorata al sommo da un fregio scolpito ad altorilievo, composto da festoni di quercia e di alloro, da Croci di Cristo e da elmi mod. Adrian. Al di sopra della colonna sta la riproduzione, grande una volta e mezza, della statua della Vittoria alata, cimelio di Roma antica rinvenuta a Brescia nel 1826. Nella grande sala interna del monumento 4 pilastri e una stele, ricoperti di marmo nero, sorreggono la struttura a celle del tetto in cemento armato. I colombari sono disposti su 4 file orizzontali, nei 4 lati interni dell’edificio. Ogni fila è composta da loculi suddivisi a loro volta in 4, sì da avere altrettante cellette ossario per loculo, di circa cm 30 X 30; ogni loculo è diviso dall’altro da una lista di marmo nero. Nel mezzo dell’ossario è posto un altare in marmo per la celebrazione del rito religioso. Sull’altare sono posizionati 4 candelabri in bronzo risalenti al 1937, mentre dietro di esso, appoggiato alla stele che contribuisce a sorreggere il peso del sovrastante monumento, vi è la statua in marmo di Carrara raffigurante il Cristo Risorto. L’ossario custodisce i resti di oltre 800 militari italiani (le fonti discordano: 831 o 847), cui sarebbero da aggiungere quelli rinvenuti sui monti circostanti dagli anni Sessanta del XX secolo e qui inumati. Per ognuno è specificato: grado, cognome e nome, oltre all’eventuale ricompensa militare, sono però escluse le croci al merito di guerra con motivazione specifica, le croci al valore, gli encomi solenni e le promozioni per merito di guerra. Dopo il 1945, nella struttura furono murate altre lapidi commemorative (cfr. sezione note storiche)

  • OGGETTO monumento ai caduti a monumento-ossario
  • MATERIA E TECNICA tonalite
    bronzo/ fusione
    CEMENTO ARMATO
  • ATTRIBUZIONI Del Fabbro, Pietro (attribuito): architetto
    Bortolotti, Timo (attribuito): scultore
  • LOCALIZZAZIONE Via Case Sparse
  • INDIRIZZO Via Case Sparse, Ponte di Legno (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le vicende di questo monumento-ossario sono piuttosto complesse. Così come è oggi, esso è il risultato di interventi che risalgono alla terza fase della storia dei sepolcreti per i morti nelle guerre nazionali italiane, ossia da quando nel 1931 lo Stato avocò a sé e a sé solo questo aspetto del culto della nazione. Le origini, però, risalgono almeno al 1922. In quell’anno, a Brescia, in seno al Comitato di azione civile sorse l’idea di un monumento-ossario da erigere al Passo del Tonale, unico vero campo di battaglia presente nel Bresciano, e alquanto suggestionante anche perché fu località di guerra difensiva. L’iniziativa, che fu oggetto di scontro politico-identitario nel corso della guerra civile e della partitizzazione dei combattenti allora in atto, impiegò quasi 3 anni per concretizzarsi. Il 31 agosto 1924 fu inaugurato il monumento-ossario ipogeo, che fu donato alla Stato e che venne adibito davvero a sepolcreto solo nel 1928. In quel tempo, però, stava avviandosi alla soluzione definitiva l’annosa questione dei cimiteri di guerra alla fronte, con l’adozione esclusiva di monumenti-ossari quali sepolcreti. Si sostenne che il monumento-ossario esistente era inadeguato per problemi di manutenzione e di capienza. Sicché, tra il 1933 ed il 1937 si addivenne all’opera attuale, e quella precedente, oltre che essere rasa al suolo, non fu nemmeno più ricordata. E’ probabile che ci furono davvero dei problemi di manutenzione – così insormontabili da arrivare ad una soluzione sì drastica? – ma fu certo anche una mossa politica del regime fascista, il quale eliminò un’opera che risaliva al morente Stato liberale, avversario nell’egemonia della memoria della guerra vittoriosa, intesa come legittimazione storica. Della vecchia opera si salvò solo il monumento della Vittoria alata con il suo basamento. Dopo il 1945 l’edificio, in una nuova elaborazione del culto della nazione dopo la guerra perduta e la guerra civile-di liberazione, fu arricchito di lapidi commemorative. Dapprima, verso il 1950-1951, all’ufficiale Gennaro Sora da Foresto Sparso, deceduto nel 1949, poi, nel 1952, ai 4 fratelli Calvi da Piazza Brembana; tutti personaggi epici nella mitologia del Corpo degli Alpini. Il 29 giugno 1961, invece, furono aggiunte 2 targhe in bronzo riportanti i nomi degli ufficiali della 5a divisione alpina deceduti in questo settore. In seguito, sulla facciata accanto alle altre 2 formelle scultoree già esistenti, ne furono aggiunte altre 2 dedicate alle medaglie d’oro al valore camune Tognali e Tonolini, deceduti ambedue nella battaglia di Vittorio Veneto ma in tutt’altro settore (Grappa-Piave). La salma di Franco Tonolini, fra l’altro, fu qui traslata nell’agosto del 1994. Anche altre salme, circa una decina, rinvenute sul fronte dei ghiacciai dal 1964 al 2000 furono qui tumulate. I nomi dei 799 militari identificati e qui sepolti, si possono oggi consultare all’url http://www.pietrigrandeguerra.it. Sembra che nel corso degli anni Settanta – da un’analisi iconografica non risulta in precedenza – sull’architrave d’entrata all’ossario fu aggiunta la specificazione, da parte del Ministero della Difesa, di “Sacrario militare”. Il termine è etimologicamente errato per definire queste opere, le quali altro non sono che ossari monumentali, ma esso si è diffuso in modo progressivo a partire dagli anni Quaranta, per divenire esclusivo dagli anni Sessanta ad oggi. Le ragioni, probabilmente, sono da ricercare in 2 fenomeni socio-antropologici e psicologico-culturali, in parte collegati: la “pornografia della morte” legata alla società individualista dei consumi di massa, e la nostra particolare, sofferta, storia nazionale, con cui gli italiani hanno rapporti complessi e contrastanti. Fonti e bibliografia. Touring Club Italiano, Sui campi di battaglia. Il Trentino, il Pasubio, gli Altipiani, TCI, Milano 1937 (3a edizione). Ministero della Difesa, Ai caduti di tutte le guerre, Stab. Fotomeccanico, Roma 1950. “Enciclopedia Bresciana”, Tonale, ad vocem. E. Cerutti, “Fecero di petti gagliardi insormontabile barriera”. Percezioni delle morte e sepolcreti (1870-1940), in F. Bianchi – G. Vecchio (a cura di), Chiese e popoli delle Venezie nella Grande Guerra, Viella, Roma 2016, pp. 99-130. E. Cerutti, “Le Termopili bresciane sono sul Tonale”. Vicende dell’ossario al Passo del Tonale e memorie della guerra nazionale 1915-1918, in Atti del Convegno “Ponte di Legno. Paese rinato” (2021), in corso di stampa presso la Società storica e antropologica di Valle Camonica. Si ringrazia l'Amministrazione comunale di Ponte di Legno per la collaborazione
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303275055
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • DATA DI COMPILAZIONE 2023
  • ISCRIZIONI sul tetto, basamento della statua - SULL'ANTICO CONFINE / TRAVOLTO DALL'IMPETO DI EROI / LA VITTORIA DI BRESCIA / SI RICONSACRA SUI MORTI / RIANIMA I RETAGGI DI ROMA / IN NOVISSIMA ITALIA / 1915- 1918 // - a caratteri applicati in marmo - italiano
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Del Fabbro, Pietro (attribuito)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'