soffitto a cassettoni,
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546)
1499 ca./ 1546
Giulio Romano (bottega)
1499 ca./ 1546
Soffitto composto da quindici cassettoni: il centrale, rettangolare e di dimensioni maggiori rispetto agli altri, accoglie un dipinto su tela; lungo i suoi due lati brevi si collocano due cassettoni, rettangolari, il cui fondo reca motivo a festone dipinto. Ai quattro angoli del soffitto, cassettoni di forma rettangolare con motivo a festone entro doppia cornice: lo stesso tipo di decorazione ricorre nei due cassettoni, rettangolari ma di maggior lunghezza rispetto ai precedenti, collocati lungo i lati maggiori del plafone centrale; entrambi sono affiancati da cassettoni quadrati con rosone dorato sul fondo che, con i due collocati al centro dei lati brevi del soffitto, costituiscono una serie di sei elementi analoghi
- OGGETTO soffitto a cassettoni
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ATTRIBUZIONI
Giulio Romano (1499 Ca./ 1546): inventore
Giulio Romano (bottega): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bottega Mantovana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Complesso Museale di Palazzo Ducale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Ducale/ D, 1, 19/ Camera dei Cavalli
- INDIRIZZO p.zza Sordello, 40; p.zza Paccagnini, 3, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La camera dei Cavalli è l'unico ambiente dell'appartamento di Troia coperto da soffitto ligneo. Esso si articola in quindici cassettoni: sei, di forma quadrata, sono ornati da rosone centrale dorato; otto, rettangolari, recano dipinto sul fondo un festone di frutti e foglie; il centrale, di dimensioni maggiori ai precedenti, accoglie un vasto dipinto su tela, raffigurante la “Caduta di Icaro”. Caratteristica del soffitto è una certa irregolarità, osservabile soprattutto verso il lato settentrionale della camera: come noto, infatti, l'ambiente fu ricavato sfruttando e modificando una preesistenza architettonica, operazione che si riflette sull'attuale andamento dei muri e sul disegno di alcuni cassettoni, la cui forma tende talora al rombo. La tela al centro del soffitto è stata prelevata dai depositi del palazzo e qui ricollocata in occasione del restauro della camera attuato verso la fine degli anni Venti del secolo scorso: l'attribuzione del dipinto, raffigurante la “Caduta di Icaro”, soggetto che afferisce al tema della “ybris” umana punita dal volere divino, oscilla tra Luca Scaletti da Faenza e Fermo Ghisoni, con maggiore propensione della critica verso quest'ultimo. L'allievo di Giulio Romano si servì di un'invenzione grafica del Maestro, oggi conservata a Parigi (Musée du Louvre, Département des Arts Graphiques, inv. 3499), apportando tuttavia alcune modifiche alla composizione. La scelta del supporto in tela, piuttosto che una tavola, rispose certamente a esigenze di tipo funzionale e costituì probabilmente il primo caso di collocazione a plafone, in un soffitto a cassettoni, come sottolineato da L'Occaso (2015). La decorazione pittorica del soffitto, di alta qualità e grande finezza esecutiva, potrebbe spettare secondo lo studioso a due momenti distinti: alla fase giuliesca di messa in opera della copertura spetterebbe il plafone centrale, mentre la decorazione vegetale dei cassettoni laterali potrebbe riferirsi a una fase più avanzata, tra anni Sessanta e Settanta del XVI secolo, per analogia con i motivi presenti nella sala della Mostra nella Rustica. Occorre infatti ricordare che nell'ottavo decennio Guglielmo Gonzaga intervenne in questa parte della corte attuando una campagna di decorazione che interessò la loggetta dei Cani e il camerino degli Uccelli, oltre alle camere collocate sopra questi ambienti e la stessa camera dei Cavalli. Spetta senz'altro all'ideazione di Giulio Romano la finissima cornice della tela centrale, caratterizzata da una successione di piccole scene imitanti cammei su un fondo bianco e rosso ornato da elementi vegetali, i cui caratteri si ricollegano alla decorazione plastica e pittorica del registro superiore delle pareti. Nel corso del restauro diretto da Clinio Cottafavi, oltre alla ricollocazione della tela centrale, si intervenne su “due lati della cornice [non è chiaro quale, ma dovrebbe trattarsi di una cornice del lacunare centrale]”, in epoca imprecisata “ridipinti su tela, incollata di poi al legno”; furono inoltre rifatti e sostituiti tre rosoni e lunghi tratti di fusoliere e perline
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303267705-1
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Brescia, Cremona e Mantova
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0