San Bernardino da Siena. santo francescano
dipinto affresco,
Affresco strappato e riportato su tela
- OGGETTO dipinto affresco
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Fondazione Casa di ricovero Santa Maria Ausiliatrice
- NOTIZIE STORICO CRITICHE È regionevole ipotizzare la provenienza di questo affresco con “San Bernardino da Siena” dal complesso monastico di Santa Maria delle Grazie a Bergamo. Il convento francescano osservante delle Grazie, fondato da s. Bernardino nel 1422 e costruito e consacrato insieme alla chiesa nel 1427, fu soppresso nel 1810 (Pantarotto 2018). Ai frati minori subentrò per gestione la Congregazione di Carità che organizzò i locali per La Casa di Ricovero per i poveri (fondata il 5 agosto del 1811 e attiva a partire dall’ottobre dello stesso anno, oggi Fondazione Casa di Ricovero Maria Ausiliatrice), che lì ebbe sede fino al suo trasferimento nel 1915 presso la nuova struttura costruita nel quartiere della Clementina (Mencaroni Zoppetti 2014). La vivezza e la vigorosa resa plastica del volto del santo registra l’assorbimento della lezione bramantesca da parte dello sconosciuto artista artifice del dipinto. Egli doveva essere a conoscenza della nuova cultura figurativa portata da Bramante in Lombardia. Con la presenza a Bergamo di opere come la facciata del Palazzo del Potestà, ma anche degli Uomini d’arme per Gaspare Ambrogio Visconti, o delle teste in terracotta realizzate per decorare la facciata di Palazzo Eustachi in Porta Vercellina a Milano (Ceriana e Rossetti 2015, schede III.2-8 pp. 193-195, III.11 pp. 196-197). Per i due santi francescani in collezione CARISMA si notano inoltre affinità con altre opere che presentano elementi afferenti alla stessa temperie culturale e che sono state dalla critica in varia misura avvicinate a Bernardo Zenale e al suo ambito. Esse sono il busto di Geremia nel sottarco della seconda cappella entrando a destra nella chiesa di Sant’Agostino a Bergamo, commissionata da Accorsino Carrara tra il 1495 e il 1500 (Rossi 1994, Ceriana e Daffra 2015), e il busto di Guglielmo da Cremona, parte dei tondi con figure di “Magistri Sacrae Paginae” agostiniani, nella biblioteca di Santa Maria Incoronata a Milano realizzato dopo il 1487 (Gatti Perer 1988; P.L. De Vecchi 1994). Una lettura congiunta del san Bernardino con il secondo santo francescano, che qui si identifica con s. Giovanni da Capestrano permette di capire che i due strappi dovevano in origine essere stati realizzati su una stessa parete o comunque in un unico ambiente. Le loro identiche misure, la linea d’orizzonte del pavimento, che sembra coincidere in modo molto preciso, così come le cromie sia del pavimento che dello sfondo sono tutti elementi che spingono in questa direzione. I grandi dischi raggiati con il trigramma di Gesù, ripetuti dovevano apparire luminosi e splendenti sul fondo scuro e neutro. E forse non è da escludere che in origine la decorazione potesse comprendere altre figure di santi o figure significative dell’ordine dei minori non sopravvissute sino ad oggi a causa delle ristrutturazioni e distruzioni di parti del convento nel corso del XIX secolo (Mencaroni Zoppetti 2014)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0303243573
- NUMERO D'INVENTARIO N. 53
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2023
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0