elementi decorativi
dipinto murale,
1492 - 1494
Ambrogio Da Fossano Detto Bergognone (bottega)
1451-1456/ 1525
Zenale Bernardino (attribuito)
1436/ 1526
Personaggi: San Macario; San Paolo; San Giorgio. Figure: certosini
- OGGETTO dipinto murale
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MISURE
Altezza: 0 m
Lunghezza: 56 m
Larghezza: 10.50 m
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ATTRIBUZIONI
De Mottis Iacopino (bottega): esecutore dei tondi del transetto sinistro
Ambrogio Da Fossano Detto Bergognone (bottega): esecutore dei tondi del transetto destro
Zenale Bernardino (attribuito): esecutore di due certosini e Sant'Antonio abate
Bernardino Di Stefano Da Fossano Detto Bergognone Bernardino (attribuito): esecutore di San Macario e un certosino
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa della Certosa delle Grazie
- INDIRIZZO viale Monumento, 4, Certosa Di Pavia (PV)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le volte del transetto, come quelle delle navate, sono decorate da fasce a motivi ornamentali che, seguendo l'andamento delle nervature delle campate, definiscono gli spicchi centrali dipinti a cielo stellato. All'imposta degli archi si inseriscono piccoli tondi raffiguranti, a coppie o singolarmente, Santi e monaci certosini, che come gli Apostoli sottostanti si sporgono dai loro oculi con effetto illusionistico. ||Le fonti attribuiscono tradizionalmente l'intera serie a Ambrogio Bergognone, al cui fianco avrebbe operato anche il fratello Bernardino. In realtà, la questione si rivela più complessa, come giustamente rilevato da diversi studiosi già a partire dall'Ottocento. Solo i tondi del braccio destro del transetto sarebbero attribuibili alla compagnia bergognonesca, come dimostra il confronto fra il San Paolo Eremita (campata interna) e il sottostante Sant'Andrea della serie degli Apostoli, che sembrano derivare da uno stesso disegno. Alcune figure si distinguono per la loro qualità e la loro vicinanza alle tipologie bergognonesche, come il già citato San Paolo Eremita e il Santo martire in posizione frontale (campata esterna), ma molte altre rivelano una fattura meno accurata e tradiscono l'intervento di aiuti e collaboratori.||Nel transetto sinistro sarebbe invece possibile individuare una compagnia jacopinesco-bramantesca. Alcuni tondi (soprattutto della campata esterna) sono attribuibili alla mano di Iacopino de Mottis, altri invece rivelano una maggiore espressività, riconosciuta anche in alcuni Profeti delle volte della navata maggiore, nonchè in alcuni Apostoli e negli Angeli reggifestone dipinti nello stesso transetto. Il San Giorgio ad esempio sembra riprendere l'angelo reggifestone in posizione frontale, soprattutto per la resa del volto ovale ombreggiato morbidamente e dall'aria malinconica, mentre San Macario e il Santo certosino in preghiera con il rosario hanno fisionomie tormentate, avvicinabili a alcuni Profeti della navata maggiore. Secondo R. Battaglia (1988; 1998), tali dipinti sarebbero da assegnare a un "maestro bramantesco" (affiancato da un collaboratore), che si è cercato di individuare in Pietro da Velate (si veda anche G. Romano, 2007). Per la Buganza (1997), San Macario e i due Santi certosini con il rosario spetterebbero invece a Bernardino Bergognone, fratello di Ambrogio, attivo anche in altre parti del transetto e della volta della navata maggiore. Recentemente (M. G. Albertini Ottolenghi, 2010), si è ipotizzata la presenza in Certosa di un maestro molto vicino al Bramantino, il cognato di questi Cristoforo de Vulpis, al quale andrebbero assegnati gli affreschi riuniti sotto il nome del da Velate dalla Battaglia. Tuttavia, l'ipotesi espressa dalla Buganza è stata recentemente ripresa da B. Bentivoglio Ravasio (2006; 2011), secondo cui il San Giorgio, il San Macario e il Santo certosino con il rosario, insieme a gran parte degli affreschi del transetto sinistro, all'apostolo Bartolomeo del transetto destro e a diversi profeti delle volte della navata maggiore, costituirebbero un gruppo unitario da assegnare a Bernardino, l'unico pittore documentato in riferimento agli affreschi delle volte della chiesa insieme a Ambrogio Bergognone. Infine, avvicinabile ai profeti Noè e Davide della navata sembrerebbe il Sant'Antonio abate (campata interna), che, insieme ai vicini Santi certosini in meditazione (campata esterna), spetterebbero allo Zenale (S. Buganza, 1997). Ne sarebbero prova le analogie tra uno dei certosini e il San Vittore del museo di Grenoble o la figura dell'indemoniato della cappella Grifi in San Pietro in Gessate a Milano e tra il Sant'Antonio abate e il San Gerolamo del Museo Poldi Pezzoli
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300702346-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Complesso Monumentale e Museo della Certosa di Pavia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 2011
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0