paramento liturgico, insieme - manifattura italiana (?) (inizio sec. XVI)
Il corpo del piviale come pure la stola e il manipolo sono in lampasso lanciato (fondo cremisi, trame in oro) lo stolone e il capino del piviale sono eseguiti a ricamo in sete policrome (rosso, verde, ocra, azzurri) e oro con parti ad inchiostro. II motivo del tessuto si risolve mediante serie di maglie ogivali disposte secondo un andamento a teorie orizzontali sfalsate. Il margine di tali maglie è costituito da rami fiorati, mentre iscrivono fiori di cardo; agli incroci si nota invece un motivo a triplice melagrana accompagnato da foglie cuoriformi. Sul capino è invece ricamata (con parti a riporto ed altre ad inchiostro) su un fondo aureo quadrettato, l'Adorazione dei Magi. Sulla sinistra, di profilo è visibile S.Giuseppe e, al suo fianco seduta sotto la capanna, la Madonna con il Bambino, adorato dai tre Re; uno di questi gli è genuflesso ai piedi, mentre gli altri due, in secondo piano e vestiti con costumi cinquecenteschi, sono eretti, e accompagnati da un piccolo servitore e un dromedario; la stella cometa spicca poi al centro del cielo. Intorno al capino sono ricamate poi varie profilature a motivi minuscoli e geometrici. (segue in OSS)
- OGGETTO paramento liturgico
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MATERIA E TECNICA
filo di seta/ ricamo
filo metallico
seta/ lampasso/ lanciata/ lanciata in oro
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il piviale, citato dal Pinetti nel suo Inventario (1931), risulta assente nell'Inventario degli Arredi redatto nel 1463 e presente invece in quelli stesi dal 1593 in avanti. Il tessuto utilizzato presenta il disegno detto "a melagrana" che, in voga tra il 1420 e il 1550 su ispirazione orientale, si caratterizza per la presenza appunto del motivo della melagrana, unito al fiore del cardo e del loto e alla pigna. In modo particolare la presenza della triplice melagrana qualifica i tessuti prodotti nella seconda metà del XV secolo e l'irrigidimento della composizione a scacchiera degli scomparti ogivali (composizione "a cammino") unito alla stilizzazione degli elementi vegetali indica un'elaborazione degli inizi del XVI secolo (cfr.esemplari analoghi nel disegno in AAVV, Il Museo del Tessuto di Prato, Firenze 1976, p.69; AAVV. Tessuti italiani del Rinascimento, catalogo della mostra, Prato, 1981, pp.49,77). Ancora una datazione prossima agli inizi del Cinquecento ci viene segnalata dalle soluzione stilistiche adottate nella parte a ricamo.La spazializzazione visibile nelle formelle dello stolone riechecchia infatti le inquadrature prospettiche presenti nella cultura lombarda dalla pala di Brera del Foppa (1476) e quella di Butinone e Zenale a Treviglio (1485) in poi, accolte decisamente solo con il nuovo secolo; come pure l'eccentrica posizione della Madonna nell'Adorazione sul capino fa presagire inquietudini di inizio Cinquecento. Daterei quindi ai primi anni del XVI secolo gli oggetti in questione, proponendo inoltre l'area lombarda come la più probabile sorgente per i modelli, se non per l'esecuzione, delle parti a ricamo (per i bordi figurati tra fine Quattrocento e inizi del Cinquecento cfr.AAVV,Tessuti italiani del Rinascimento, catalogo della mostra, Prato, 198I, pp.19-20; AA VV,Tessuti serici italiani, catalogo della mostra, Milano, 1982, p.99). La sagrestia del Duomo conserva inoltre una pianeta connessa al piviale in questione(cfr.scheda relativa)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300214059-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0