Crespi Daniele (attribuito)
1597-1600/ 1630

Ciclo Pittorico di Daniele Crespi rappresentante, nella cupola, il trionfo di San Paolo, nei pennacchi i quattro evangelisti, nella parete a sinistra la Visitazione, sulla parete su cui trova posto l'altare, i profeti Daniele e Isaia, ai lati della scena della Visitazione, cariatidi e frutti

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Crespi Daniele (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La cappella, un tempo dedicata a San Paolo, fu data in iuspatronato a Emanuele Crisolora, celebre erudito, per la sepoltura della figlia o nipote Teodora Crisolorina, moglie dell'umanista Francesco Filelfo, morta nel 1441. A questa famiglia successero i Po imparenti coi Crisolora, che la rifabbricarono, secondo il Bugatti nello stesso tempo in cui Pigello costruì quella di San Piertro. Estinto poi questo ramo nel 1538 la cappella passò al conte Giovanni Rusca, fino al 1576 quando, estinta anche questa, fu ereditata da Pietro Antonio Ciocca, che dovette restaurarla. Nel 1620 infine fu concessa ai fratelli Giovan Battista e Bonifacio Sacchi, il primo segretario di stato e il secondo ragioniere della Regia Camera. Questi tra il 1620-1621 restaurarono la cappella (come attesta la lapide, datata 1621, ancora esistente sulla parete destra), facendola ornare ad affresco da Daniele Crespi, che per gli stessi fratelli Sacchi aveva già lavorato nella cappella di San Giovanni Battista nella chiesa milanese di Sant'Alessandro. Alla cappella già accennava il Della Valle (1633): "fu data ai fratelli Sacchi, alle cui spese con ori, stucchi, pitture tutte di mano di Daniello". II Torre (1674) la descriveva minuziosamente, chiamando la scena centrale come Trionfo di Adamo e considerandi il Crespi "sfortunato ingegno che venne al mondo all'usanza dei lampi, gli quali spariscono nel maggior loro chiarore". Cosi anche il contemporaneo Scaramuccia (1674) scriveva: "cappella dipinta a fresco dall'accellente mano di D. C., con il suo quadro d'altare a oglio, ove é una bellissima Annunciata, il tutto di buon impasto, di gagliardo colore ed a gran segno studiato". Veniva quindi ritenuta "opera degna di nota da tutte le guide milanesi: Latuada (1737), iI Santagostino (1671 3° ed. 1747), Sormani (1752), Bianconi (1787), I'Allegranza 1784, il Bossi (1818), Pirovano (1826), Mongeri (1872). II ciclo, databile con sicurezza al 1621 é quindi un'opera dei primi anni dell'attività milanese di Daniele, qui attento ai suggerimenti della cultura cinquecentesca. E citazioni correggesche sono evidenti nel trionfo di San Paolo, come nei putti sul bordo, veemenza del cosidetto realismo psicologico domina la Visitazione, saggio del più tipico Crespi, che é memore (vedi le figure delle due donne) di ricordi gaudenziani (Mazzini 1956)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300206186A-0
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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