crocifisso, ante 1592 - ante 1592

Cristo "patiens" fissato alla Croce con tre chiodi. Mani con le dita piegate, gambe leggermente flesse, piedi incrociati in rotazione interna; corto perizoma annodato sul fianco destro, testa quasi di profilo reclinata verso la spalla destra e coronata di spine. Calma l'espressione del viso, caratterizzata l'anatomia. In alto un cartiglio rettangolare con volute e la sigla del nome di Gesù (non pertinente)

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura/ fusione
  • ATTRIBUZIONI Boulogne Jean Detto Giambologna (bottega)
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In un inventario della Curia databile post 1592 si legge: "Un crocifisso grande d'argento donato da Mons. Ill.mo Cornaro Federico Carle pesa onze duecento et quattordesi con la croce di libano nera. L'anno 1592 fu mandato da Roma et (...) consegnato all'eccle S.And. Beroa. Un piede di marmo per d. Crocifisso". Nel 1639: "Un Cristo d'argento grande con la croce di ebano dono dell'Ill.mo Emin. Cardinale Cornaro il Vechio". Nel 1677 il Calvi scrive: "1560 Luigi Cardinale Cornaro succeduto al Lippomani nel vescovato di Bergamo, come sotto li 13 marzo 1560, in contrassegno di generosa benevolenza verso la sua Cattedrale, feceli dono [...] di quel bellissimo Cristo Crocifisso grande d'argento che si ripone nelle solennità sopra l'altar maggiore del Duomo e si porta avanti li Canonici nelle processioni. Calend. perp. Bonetti". Una semplice citazione del Cristo nel 1682. Il nome del Cardinale Cornaro "il Vechio" viene ripetuto nell'Inv. databile tra il 1684 e il 1688. Ancora citato nel 1691; nel 1699 nella Visitatio Ruzina: "Crux cum Christo argenteo dono tradita à q.m Em. mo Cardinali Aloysio Cornelio tum Bergomi Episcopo". Nel 1701 si precisa che il Crocefisso d'argento su una croce di legno nero é "a gitto senza diadema ne meno corona con lastra d'argento con l'iscrizione "Jesus Nazarenus" che sempre resta esposto all'altare dei Santi". Nel 1709 il Cristo ha una "corona di spine e l'iscrizione in lastra d'argento con le lettere Jesus Nazarenus al quale mancano due Modernide(?)". E' ancora citato nel 1798, nel 1830, nell'Inv. post 1854 e nel 1932. Nell'Archivio della Curia sotto il titolo "Appunti vari della Storia della Cattedrale di scrittori del sec. XIX o XX": "Il Vescovo Luigi Cornelio durò nel governo della diocesi poi chiamato a Roma. Donò al Capitolo [...] un Crocifisso d'argento admirandi artificii, ponderis et pretii eximii" (Guerrini p.87). Sempre negli stessi "Appunti" al f. 43 v. si attribuisce il dono a Luigi e al f. 57 a Federico. Nel 1939 il Dentella ripete il nome di Luigi ed il Pagnoni nel 1979: "Un Crocifisso di argento su croce d'ebano donato nel 1561 dal Vescovo Card. Luigi Cornaro". Una prova indiretta a favore di Federico potrebbe essere la mancata citazione dell'opera in esame nella visita pastorale di S.Carlo nel 1575. Discordi quindi le fonti sul nome del donatore. Le più antiche -post 1592 e 1639- parlano del Cardinale Federico il Vecchio (1531-90) Vescovo di Bergamo dal 1561 al 1567 e Cardinale dal 1585 e "il Vecchio" perché un altro Federico Cornaro (1579-1563) fu vescovo di Bergamo dal 1622 al 1627 e Cardinale Patriarca di Venezia dal 1632 (?) al 1644; Calvi e le più recenti del Cardinale Luigi (1517-84) Cardinale dal 1551 e Vescovo dal 1560 al 1561. L'opera in esame presenta dal punto di vista iconografico tutte le caratteristiche dei Cristi del XVI secolo. Stilisticamente é ricollegabile ad un artista che media l'esperienza michelangiolesca -punto di partenza imprescindibile per tutta la scultura della seconda metà del secolo- con quella celliniana. Sono queste le componenti fondamentali del linguaggio del fiammingo Giambologna (Jean de Boulogne), in Italia dal 1550 ca. e a Roma, sua prima tappa per due anni consecutivi. Innegabili le somiglianze con le sue opere giovanili e in particolare col Cristo d'argento su croce di ebano (23,8x20,3) del Palazzo vescovile di Loreto, dono di Giovanna d'Austria alla Santa Casa nel 1573 e primo Crocifisso noto di Giambologna e col Crocifisso in bronzo dorato (45,8x36,3) della Cappella Salviati nella Chiesa di S.Marco a Firenze. In quest 'ultima opera databile al decennio 1579-89 per la "raffinatissima rifinitura a cesello" la critica ha ipotizzato la mano di Antonio Susini, il più stretto collaboratore di Giambologna. Charles Avery nella sua ultima fatica su Giambologna si sofferma sulla realizzazione dopo il 1570 di Crocifissi e figurine in argento e sull'organizzazione della bottega :"(...) verso la metà della decade (1570-80) Giambologna assunse Antonio Susini, che aveva terminato l'appreindistato come orafo, per specializzarlo nella fusione e nel cesello nelle sculture in metallo prezioso o in bronzo. Da allora in poi lo studio del fiammingo venne attrezzato per la produzione in serie, sebbene naturalmente tutto il lavoro fosse eseguito: con estrema cura da numerosi abili artigiani (...)" p.139. "Gli esemplari su piccola scala sono numerosi e furono prodotti in serie sia in bronzo che in argento da Antonio Susini, con l'aiuto di altri allievi fra i quali, nel 1581, Adrien de Fries. Sono note diverse varianti compositive, con ulteriori minime differenze nei dettagli, specialmente nella sistemazione del perizoma. Comunque nessuno di essi é firmato(...)" (p.18). [Continua in OSS]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300205824
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI INRI - a incisione - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - ante 1592 - ante 1592

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'