Madonna raffigurata sulle nuvole con ai piedi San Giovanni Evangelista e Sant'antonio vescovo
dipinto,
post 1542 - post 1542
Facheris Agostino Detto Agostino Da Caversegno (attribuito)
1500 ca./ post 1552
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Facheris Agostino Detto Agostino Da Caversegno (attribuito): esecutore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Lotto (bottagisi)
- LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La prima citazione della pala risale al Bottagisi: "In chiesa vicino alla porta della sacrestia B. Vergine col Bambino S. Giovanni Evangelista e S. Antonio giudicati... di mano di Lot" (Cronaca f. 51 r.). Ignorata o disattesa la nota del Bottagisi conteneva già l'esatta identificazione dei due santi e il nome del presunto autore. L'autore vero Agostino Facheris é uno dei pochi seguaci del Lotto e suo intermediario. Da Venezia infatti il Lotto scrive il 25 novembre ai Presidenti della MIA di Bergamo "... li mei modeli (per gli stalli di S. Maria Maggiore)... saranno consignati... al vostro m.o Agostino de Facheri pictor in Bergamo che lui harà a disponer la voglia mia..." (L. Lotto "Libro di spese diverse", Firenze 1969, p. 294). Gli Annali dello Zilioli documentano la provenienza dalla chiesa di S. Stefano nella decima cappella dedicata a S. Antonio Arcivescovo eretta per volontà di Giacobina q. Valeriano Adelasio... la quale lasciò erede la figlia Elisabetta con l'obbligo di "fabricare una capella nella chiesa di S. Domenico (con questo nome viene indicata talvolta la chiesa di S. Stefano)... sotto l'invocazione di S. Antonino Arcivescovo(Annali I p. 159). Il 5 dicembre 1538 Gio Giacomo Finardi, marito di Elisabetta, versa al convento £ 500 Imperiali per la costruzione della cappella (Annali I, p. 159). Dopo la distruzione di S. Stefano l'11 novembre 1561 è da presumere che la pala abbia subito la stessa sorte delle poche opere superstiti; da S. Bernardino in Borgo S. Leonardo alla Basella, prima di approdare a S. Bartolomeo ed essere collocata nel presbiterio vicino alla porta della sagrestia dove la vedono il Bottagisi, il Bartoli e il Pasta che la giudica "... assai più antica e di minor merito" della Pala del Damini nello stesso coro. Il nome esatto dell'autore appare per la prima volta nel Tassi. Nel coro "pala di A. Facheris con Madonna col Bambino S. Vesoovo e S. Bartolomeo". Agostino Facheris nasce intorno al 1500 a Caversegno nei pressi di Presezzo non lontano da Bergamo. Dal Tassi, suo principale biografo, sappiamo che nel 1528 firma un S. Agostino in cattedra per la chiesa della SS. Trinità di Bergamo e per la stessa città nel 1552 la pala con S. Vigilio e i SS. Lupo e Massenzio, opere entrambe perdute. Tra le poche superstiti firmate e datate una Trinità del 1533, un S. Marco del 1537 (in collezioni private), del 1536, la Madonna e Santi per S. Maria Assunta di Locatello e del 1537 il polittico di S. Giacomo per la chiesa omonima di Piazzatorre. Tra questi punti fermi le opere attribuite nelle quali appare in modi più o meno deciso l'influsso del Lotto e del Previtali, col quale Facheris collabora alla realizzazione del polittico di S. Spirito datato 1525. Nella pala di S. Bartolomeo le citazioni dal Lotto sono testuali. La fonte dalla quale attinge a piene mani é la "Carità di S. Antonino" della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia terminata il 28 marzo 1542. I due angeli in volo che reggono la tenda sono sovrapponibili a quelli lotteschi tanto da far supporre l'uso dello stesso cartone. Sempre ripreso dal Lotto, sebbene semplificato con un chiaro significato trinitario, il coro dei cherubini. Di estrema semplicità lo schema compositivo; le due monumentali figure dei SS. Antonino e Giovanni Evangelista lasciano al centro ampio spazio ad un magnifico paesaggio: una montagna con la chiesa e il convento di S. Stefano trasportati in1aguna e ovunque - come i certosini del Borgognone - domenicani al lavoro, sul pontile, nel sagrato. Sorprende la mancata identificazione da parte della critica dei due santi: il S. Giovanni Evangelista indicato come S. Bartolomeo dal Tassi e dai curatori delle "Vite" come Benedetto, nonostante la presenza, leggibilissima, dei due attributi: l'aquila e il calice col serpente; del S. Antonino come S. Agostino dal Tassi al Togni (1976) al Di Mambro (1994). Sull'identificazione del S. Antonino nessun dubbio sebbene manchino la borsa dell'elemosina e la bilancia. Antonino Pierozzi (Firenze 1389-1459) teologo domenicano e vescovo di Firenze, muore nel 1459 e viene canonizzato nel 1523. Già nel 1526 appare nella pala di Bernardino Luini (Londra Courtauld Institute, coll. Lee of Fareham) con la veste domenicana e le insegne episcopali - mitria e pallio ornato di croci patenti - nell'atto di fare l'elemosina. Nella tela in esame le stesse vesti e il viso caratterizzato come nella pala del Lotto. E alla duplice preziosa testimonianza del Bottagisi - quella citata e sempre nella "Cronaca" il ricordo di reliquie di S. Antonino nell'altare delle reliquie - si aggiunga la presenza del Vescovo di Firenze nella chiesa di S. Bartolomeo in sagrestia in una tela di "Ignoto bergamasco" della fine del XVII secolo e nel "cielo domenicano" di Gaspare Diziani. Le notizie continuano in AN
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202242
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
- DATA DI COMPILAZIONE 1998
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0