Gesù Bambino con Santi domenicani

pala d'altare, post 1712 - post 1712
Brina Giuseppe (attribuito)
1684 ca./ post 1772
  • OGGETTO pala d'altare
  • MISURE Altezza: 330
    Larghezza: 200
  • ATTRIBUZIONI Brina Giuseppe (attribuito): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Cotta G. (fornoni E.)
  • LOCALIZZAZIONE Bergamo (BG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La Cappella del SS. Nome di Gesù ha avuto due pale con lo stesso soggetto una dello Zucco e l'attuale di Giuseppe Brina. Dai documenti risulta che già nel 1624 i padri del convento pensavano di far dipingere il "SS.mo Gesù e nostri Santi" (Bottagisi f. 54 v.) e che nel 1640 veniva comprata dalla chiesa di Rosate "un Ancona da ponere all'Altare del SS. Gesù"(Bottagisi f. 54 v,). Quando il Bottagisi scriveva, l'altare del Nome di Gesù era il quarto a destra (attualmente S. Vincenzo Ferreri). Ma sappiamo dallo Zillioli che il 18 maggio 1754 l'altare di S. Vincenzo passò dalla seconda cappella a sinistra alla quarta a destra e "... l'altare dé nostri Santi che era in detta cappella...in quella che era di S. Vincenzo (Zillioli, p. 270, vol. II). Il nome dell'autore di questa prima pala compare nel Pasta (1775): "Al penultimo altare che si sta riedificando... il Divin Bambino in gloria e sotto S. Domenico e S. Tomaso d'Aquino stimabile produzione del pennello dello Zucchi" (p. 112). Il 13 luglio del 1789 lo Zillioli (p. 282) registra la decisione del Priore e dei padri di "far riparare e ornare" la cappella del SS. Nome di Gesù precisando il nome degli artisti ed artigiani ai quali viene dato l'incarico: Mauro Picenardi è il "pittore delli quadri" e conclude: "La pala era del convento" (Zillioli p. 282). Si potrebbe ragionevolmente ritenere che la trasformazione della cappella escludesse la pala e quest'ultima fosse quella comprata nella chiesa di Rosate e l'autore fosse Francesco Zucco. Il Tassi (1793) definisce la pala e quella della cappella di S. Giuseppe "due tavole vecchie, le quali credo debbano essere cambiate". La sostituzione della pala - con una dello stesso soggetto - sarebbe avvenuta dopo il 1793 e prima del 1824 quando il Marenzi scrive: "Giuseppe Brina e non Francesco Zucco ha espresso il Bambino e i SS. Domenico e Tomaso d'Aquino". Giuseppe Brina o Prina (...1736 post) presumibilmente bergamasco come risulta da alcuni documenti datati 1709-1710, è attivo dal 1681 al 1772. Il primo documento si riferisce ad opere eseguite a Romano lombardo dove lavora in varie riprese sino al 1694; nel 1702 è a Bergamo in S. Alessandro in Colonna e sempre nel 1702, sino all'ultimo documento firmato e datato 1722, in Valtellina. Da un Ms. anonimo del sec. XVIII (Bibl. Civica Bergamo) risulta vivente e residente a Bergano nel l736 (L. Vaccher, 1972). Il Marenzi fissa la nascita del Brina al 1684 e la morte al 1765; inaccettabile la data di nascita perché il pittore riceve nel 1681 un pagamento per le opere di Romano Lombardo. L'esistenza di due pale con lo stesso soggetto, il trasferimento del titolo del nome di Gesù, la scarsità di notizie su Francesco Zucco e Giuseppe Brina rendono difficile precisare la data di collocazione dalla pala nella sede attuale. Le affermazioni del Tassi e del Marenzi citate rendono probabile una data compresa tra il 1793 e il 1824. Sull'autore non dovrebbero esserci dubbi. Convincenti i rapporti istituiti dallo Zanardi fra l'opera in esame e altre firmate e datate. Puntuali le somiglianze stilistiche fra il Bambino benedicente e l'Assunta della chiesa del Salvatore di Bergamo, quasi sovrapponibili le figure di Pio V in S. Bartolomeo e nella pala della Madonna della neve di Chiuro, firmata e datata 1716; identici gli angeli a sinistra del Bambino benedicente e, sempre a Bergamo, nella chiesa del Salvatore e nel S. Andrea Avellino della chiesa di S. Agata. L'esame stilistico suggerisce una datazione al primo quarto del XVIII secolo; la presenza di Pio V, canonizzato nel 1712, limita ulteriormente l'arco di tempo a "post 1712"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300202220-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1998
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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