L'incoronazione della Vergine con i Santi Francesco e Benedetto. Incoronazione di Maria Vergine tra San Benedetto e San Francesco d'Assisi

dipinto, ca 1494 - ca 1496

Personaggi: Madonna; Cristo; san Benedetto; san Francesco d'Assisi. Figure: Angeli musicanti. Architetture fantastiche: trono

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Palmezzano Marco (1459-1463/ 1539): esecutore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Zaganelli
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Pinacoteca di Brera
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo di Brera
  • INDIRIZZO Via Brera, 28, Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli ispettori napoleonici che requisirono l'opera nella chiesa degli Osservanti di Cotignola, la classificarono come opera dello Zaganelli. L'opera fu restituita al Palmezzano solo dopo il suo ingresso in Pinacoteca. Il riferimento attributivo dei primi inventari si basava su di una tradizione più antica, secondo la quale tra le almeno quattro tavole di Bernardino e Francesco da Cotignola era segnalata anche una Incoronazione. Gaetano Giordani (ms. Memorie diverse artistiche, storiche e letterarie raccolte da Gaetano Giordani, ms. B 1810) ricordava quattro tavole di Francesco e Bernardino da Cotignola, di cui una raffigurante l'Incoronazione della Vergine, 'portata a Milano come pure le altre due rappresentanti la 'testa di S. Giovanni Battista' (anch'essa oggi a Brera, al tempo attribuita agli Zaganelli e oggi restituita a Palmezzano), e la Madonna con Bambino, San Floriano e San Giovanni Battista' (anch'essa a Brera).La critica ha sempre considerato la tavola qui esaminata come uno dei più felici esempi della produzione giovanile di Marco Palmezzano, successivo alla sua collaborazione con Melozzo, con un' evidente influenza di Giovanni Bellini nell'iconografia che si rifa evidentemente alla Pala di Peasro dell'artista veneto. La datazione dell'opera è generalmente fissata alla metà degli anni Novanta del Quattrocento, subito dopo i lavori per la cappella Feo.Si segnala inoltre la presenza nella chiesa degli Osservanti della 'Testa di San Giovanni Battista' (anch'essa conservata a Brera) e di un Cristo morto a mezza figura sostenuto da Giuseppe d'Arimatea, ricordato solo da Gaetano Giordani, che rivide la tavola a Bologna 'presso il pittore e restauratore Grenzi faentino', identificabile forse con Giuseppe Grenzi, commerciante di antichità, pittore e restauratore, in contatto con collezionisti americani. La presenza nella stessa chiesa di una 'testa di San Giovanni Battista' e del Cristo morto sostenuto da Giuseppe d'Arimatea, rimanda a testi pesaresi, come per esempio la pala di Marco Zoppo dove la testa recisa del santo precursore di Cristo fungeva da elemento centrale della predella.Probabilmente i tre dipinti (l'incoronazione della Vergine, la testa di san Giovanni Battista e l'imbalsamazione di Cristo) appartenevano allo stesso complesso, destinata ad una chiesa francescana. Tale ipotesi, avanzata da Tumidei ('Romagnoli in veneto; congiunture figurative e viaggi di artisti tra Quattro e Cinquecento', in " la pittura emiliana in Veneto", a cura di Sergio Marinelli e Angelo Mazza, Modena 1999, p. 80 e 86, nota), troverebbe conferme nel fatto che l'ordine dei francescani osservanti, fu particolarmente propenso alle raffigurazioni particolarmente cruente poste nella predella
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300180286
  • NUMERO D'INVENTARIO Inv. Nap. 349
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1994
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio in basso - "...Palmezano / da Forlì..." - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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