filatrice

dipinto, ca 1710 - ca 1730

dipinto con cornice lignea

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Cipper Giacomo Francesco (bottega)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di provenienza ignota, il dipinto non sembra menzionato negli inventari ottocenteschi del palazzo Ducale e neppure nelle collezioni comunali, dove non è riscontrabile nei vari elenchi databili tra Ottocento e Novecento. GIANNANTONI nel 1929 (p. 49) per primo segnala in palazzo Ducale "una testa di vecchia del Pitocchetto". A questa descrizione potrebbe accostarsi anche al dipinto di Gamba (cat. 563), ma ritengo che vada invece legata a quello in esame, inventariato nel 1937 come opera "attribuita ad Jacopo Ceruti, detto il Pitocchetto". Il dipinto, che già secondo l'inventario si presenta dal "colore alquanto annerito", rappresenta un'anziana con il fuso; a sinistra s'intravede una pentola posta sul fuoco, in un dimesso interno. Alcuni anni più tardi OZZOLA (1949, n. 226; 1953, n. 226) attribuisce il dipinto a Francesco Cipper, detto il Todeschino; per RAGGHIANTI (1962, p. 39) invece esso "non è del Todeschini, ma dell'Amorosi". Questa proposta non trova tuttavia alcun riscontro nella letteratura sull'artista marchigiano (cfr. MAGGINI 1996). La proposta di Ozzola, citata da PACCAGNINI (1973, p. [40]), è discussa dalla TOGNOLI (1976, p. 149, n. 45), la quale ritiene che il dipinto mantovano sia "forse da attribuire a scuola per una certa durezza nella realizzazione pittorica", pur rilevando che "l'invenzione è schiettamente del Cipper". Infatti il pittore originario di Feldkirch, in Austria, adopera simile schema compositivo per due versioni della Vecchia con scaldino: una già a Piacenza, in collezione Martini (TOGNOLI 1976, p. 150, n. 60) e l'altra in collezione Barattier a Brescia (TOGNOLI 1976, p. 146 n. 17). Il primo di questi due dipinti in particolare mostra analogie con quello mantovano e può aver suggerito al piacentino Ozzola l'attribuzione del nostro dipinto. Una figura molto simile alla nostra, ma di qualità superiore, si trova nella Vecchia che si scalda le mani e bambino che mangia dalla scodella, del 1705 e in collezione privata (G. Gruber, in Da Caravaggio a Ceruti 1998, p. 428 n. 97), come anche in altre composizioni dello stesso artista transitate sul mercato antiquario (....). Opere di questo tipo non dovevano mancare a Mantova e può essere suggestiva la menzione di "Un quadretto con l'effiggie d'una donna vecchia villana in attitudine di torcere il filo" nel 1717 tra i beni di Luigi Amorotti Andreasi (ASMn, AN, not. A. Cattani, b. 3107 bis, 4 marzo 1717, c. 8r). Mantova conosce una fioritura di questa pittura di genere già dagli ultimi decenni del Seicento, grazie alla presenza di Pietro Bellotti, di Amadio Enz (attestato in città sin dal 1681: ASMn, AG, Mandati, b. 57 vol. 109, c. 272) e di Girolamo Nosone, del quale si conoscono due dipinti in una collezione privata bresciana (GREGORI 1982, pp. 61 e 95 nota 271) e al quale si potrà forse riferire una Vanitas pubblicata come opera di Keilhau (SORDI 2005). Quanto alla presenza a Mantova di quadri di Cipper, va ricordata la bella Scena di cucina pubblicata dalla TELLINI PERINA (1988, p. 84), oggi a Milano nella collezione Koelliker ma già a Mantova presso i Cavriani, i quali possedevano anche altre due scene di genere transitate sul mercato antiquario (Finarte, Roma, 28 marzo 1988, lotti 53 e 55, come "provenienti da un palazzo emiliano")
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA detenzione Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152042
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 724
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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