Sposalizio di Maria Vergine
dipinto,
ca 1660 - ca 1662
Dyck Daniel Van Den (1610-1614/ 1663 O 1670)
1610-1614/ 1663 o 1670
dipinto privo di cornice
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Dyck Daniel Van Den (1610-1614/ 1663 O 1670)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto viene acquistato presso il laboratorio del restauratore Arturo Raffaldini dalla Provincia di Mantova e devoluto al Museo di Palazzo Ducale nel 1943 (ASoMn, Donazioni, scatola 4). La tela è allora attribuita a Justus Sustermans e Ozzola (1946, p. 17 n. 77) inizialmente accoglie questa proposta ma poi la corregge (Ozzola 1949, n. 157; Ozzola 1953, n. 157) con un dubitativo riferimento a Jacob Jordaens. Nel 1962 Ragghianti (p. 39) giudica invece il quadro opera di un “pittore rubensiano del genere del De Vos” e in seguito Paccagnini (1973, p. [36]) ribadisce il nome del Jordaens. Spetta a Marinelli (1988, p. 86) il corretto riconoscimento dell’autore. Lo studioso segnala infatti il dipinto come il capolavoro mantovano di Daniel van den Dijck: un’opera completamente autografa e priva degli interventi della bottega evidenti in numerosi altri suoi dipinti. Il riferimento al van den Dijck, pittore di corte a Mantova dal 1657 al 1663, è accolto senza esitazioni dalla critica successiva. In quest’opera, come anche nel plafone del camerino dei Mori (cat. [417]), l’artista perviene alla distensione e al raffreddamento del dettato rubensiano, che costituisce la base del suo stile, attraverso lo studio della tavolozza e dei bagliori metallici di Nicolas Régnier, del quale Daniel aveva sposato la figlia. Un documento d’archivio si riferisce con ogni probabilità alla nostra tela, ne conferma l’attribuzione e ne chiarisce la provenienza. Alla morte di Annibale Lanzoni, nel 1680, viene steso l’inventario dell’eredità (ASMn, Archivio Notarile, not. Battista Bambini, b. 1660, 5 febbraio 1680) nel quale compare, tra tante opere di illustri autori, anche “Un quadro grande con il Sposalicio della beata Vergine e san Giuseppe con molte altre figure con la sua cornice bianca intagliata di mano del signor Daniele Vendick”. Al dipinto, riconoscibile con sicurezza nel nostro, fa pendant nella medesima collezione “Un altro quadro simile compagno rapresentante la Gloria del Paradiso di mano del sodetto signor Vendick con l’istessa cornice”. Questa seconda tela è purtroppo dispersa. Annibale Lanzoni è un uomo di cultura, autore di opere teatrali, ma anche un funzionario di corte. Alla sua morte, l’eredità è contesa tra il nipote Claudio Lanzoni e Annibale Carlo Paleotti Lanzoni, genero di Annibale. Non sono riuscito a trovare ulteriori attestazioni dell’opera e ignoro quindi quali passaggi collezionistici abbia avuto prima di entrare nel laboratorio di Raffaldini
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152032
- NUMERO D'INVENTARIO St. 654
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
2013
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0