ritratto del cardinale Rinaldo d'Este

dipinto, ca 1641 - ca 1650

dipinto privo di cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Emiliano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Agli inizi del Novecento i camerini di Isabella d'Este si trovano nella Domus Nova, in ambienti posti nell'appartamento del Paradiso dove l'arredo ligneo del primo Cinquecento è trasferito tra gli anni Venti e Trenta del XVII secolo (cfr. cat. 382-390). Nel momento in cui i camerini vengono nuovamente smontati, nel 1917, le tele che decorano lo Studiolo sono separate dall'arredo ligneo isabelliano. Costituivano il decoro di quell'ambiente sette Storie di Troia (cat. 391-397) e il ritratto in esame. Questo viene restaurato nel 1975 e in quell'occasione viene eliminata una striscia di tela dipinta, cucita intorno al ritratto ed evidentemente necessaria per il suo inserimento nella boiserie dello Studiolo; qui il nostro Ritratto si trovava sopra la porta d'accesso alla Grotta isabelliana. L'identificazione dell'uomo è merito di Paolo BERTELLI (2007b, pp. 349-352), il quale vi riconosce le fattezze del cardinale Rinaldo d'Este. Il ritratto è infatti perfettamente confrontabile con un dipinto di collezione privata rappresentante lo stesso cardinale e attribuito a Guidubaldo Abbatini (F. Petrucci, in Mecenati e Dimore 2005, pp. 42-43 n. 4), un collaboratore di Romanelli e Bernini, o con l'incisione di Giuseppe Testana stampata da Giovangiacomo De Rossi tra le Effigies Nomina et Cognomina S.D.N. Alexandri VII et RR.DD. Cardinalium nunc viventium, del 1658. Bertelli data il quadro non prima del 1641, anno in cui Rinaldo riceve la porpora cardinalizia, e suppone che la presenza del ritratto nello Studiolo isabelliano si debba alla vicinanza - alla metà del Seicento - tra gli Este e i Gonzaga Nevers; conferma inoltre l'ipotesi di BERZAGHI (1988, p. 94 nota 4), che l'ampliamento della tela necessario all'inserimento in quell'ambiente sia opera dello stesso autore delle citate Storie di Troia. È altresì possibile che il ritratto sia stato inserito nella decorazione in un secondo momento: dopo il 1665 come pensa BROWN (2005, p. 161) o addirittura dopo il 1714, poiché l'inventario steso in quell'anno indica infatti la presenza di "Sette quadri in tella", tra i quali il nostro non parrebbe incluso (L'OCCASO 2008b, pp. 118-119; cfr. cat. 391-397). Un inventario del 1752 menziona solo sei tele nel Camerino delle Ramate, mentre un successivo documento del 1769 ne descrive sette: è possibile che tra queste due date avvenga la collocazione del ritratto nel camerino; potrei persino azzardare che l'inserimento sia avvenuto in occasione dei lavori e dei numerosi spostamenti di opere che preludono la visita, nel 1769, dell'arciduchessa Maria Amalia (cfr. p. 5). Non escludo quindi che il Ritratto del cardinale Rinaldo d'Este sia giunto a Mantova da Mirandola nel 1716 e solo in seguito sia stato adattato all'interno dello Studiolo isabelliano (L'OCCASO 2008b, p. 118). Negli inventari della Mirandola vi sono varie voci accostabili al nostro dipinto, non però identificabile con assoluta certezza. Va detto che nel corso del Settecento l'assetto dello Studiolo isabelliano subisce certamente manomissioni e la cosiddetta Cena di Atreo dev'essere stata rimossa da quell'ambiente attorno alla metà del secolo (cfr. cat. 391-397). Il Ritratto del cardinale Rinaldo d'Este è opera di un artista emiliano della metà del Seicento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152025
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 737
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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