ritratto di Eleonora Gonzaga in veste di Sant'Elena

dipinto, ca 1621 - ca 1625

dipinto con cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 199.7 cm
    Larghezza: 117.9 cm
  • ATTRIBUZIONI Fetti Domenico (cerchia)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Fetti, Lucrina
  • LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto si trova originariamente nel monastero di Sant'Orsola: qui viene indicato nel 1786 da Giovanni Bottani ("Ritratto di una figura in piedi, grande al naturale, con croce in mano, rappresenta Santa Orsola o Santa Elena"; App. 4, n. 22) come meritevole di essere trasportato nel Regio Ginnasio e di essere, conseguentemente, musealizzato. All'epoca il quadro è ancora senza attribuzione, così come in un successivo inventario del 1810, quando è in Accademia Virgiliana e detto "d'incerto autore" (App. 8, n. 29); nel 1827 è semplicemente descritto come una Sant'Elena (App. 9, n. 39). Nel 1862, all'epoca della cessione delle collezioni al Comune, rimane di proprietà dell'Accademia Virgiliana e viene depositato definitivamente in palazzo Ducale nel 1923 (TAMASSIA 1996, p. 84). Il corrente riferimento a Lucrina Fetti, che sembra suggerito per la prima volta da Ozzola (1949, n. 229; 1953, n. 229), non è mai stato messo in discussione. Viene accolto anche dalla ASKEW (1977, pp. 126 e 127 nota 23), la quale per prima identifica la donna con Caterina de' Medici, moglie di Ferdinando Gonzaga, per confronto con il disegno a matita nera (Oxford, Christ Church Library, inv. 449) attribuito a Domenico Fetti o a Justus Sustermans (L. Goldenberg Stoppato, in Seicento fiorentino 1986, p. 296 n. 2.259); la devozione di Caterina alla Croce sarebbe un ulteriore elemento a favore dell'identificazione, che viene, come anche l'attribuzione, accolta senza eccezione negli studi successivi (ZERBI FANNA 1989, p. 39; R. Morselli, in Domenico Fetti 1996, p. 282; MORSELLI 1998c, p. 161; PICCINELLI 2000, p. 40 nota 94; L'OCCASO 2005c, p. 31 nota 12; BOURNE 2009, p. 171). La controversa ritrattistica di Caterina è ampiamente trattata dalla LANGEDIJK (1981-1987, I (1981), pp. 342-348); la MORSELLI (1998c, p. 161) elenca altri ritratti della duchessa tuttora esistenti, includendo il dipinto in esame, la tela di Dionisio Guerri a Castelvecchio (inv. 5546-1B237), il disegno per l'incisione di Claude Mellan e il ritratto in piedi di Antonio Gregori (Siena, collezione privata); vi aggiunge poi un dipinto in collezione privata parigina, che attribuisce a Fetti e data entro il 1616, poiché si tratterebbe di un ritratto pre-matrimoniale (ma né l'identificazione né l'attribuzione convincono). Ricordo che anche un dipinto della Galleria Corsini di Roma è stato identificato come ritratto di Caterina forse di mano di Sustermans (ALLOISI 2001, p. 134), ma la proposta non è molto persuasiva. Il nostro dipinto rappresenta a figura intera una donna vestita con dignità imperiale che porta sulla testa una corona e sostiene con la mano destra una croce, certamente allusiva a sant'Elena, madre di Costantino. La sua veste, foderata di ermellino, è decorata da gioielli: spiccano il fermaglio appuntato sulla manica sinistra e la croce appesa al petto, da cui pendono tre perle a goccia. Sullo sfondo si vedono un cielo corrusco, degli alberi dalle chiome pittoricamente fluide e un piccolo scorcio paesaggistico, con un fiume che serpeggia verso una città, attraversato da due ponti. Non mi convince il confronto tra l'effigiata e il disegno oxoniense e con altre immagini della duchessa, in cui il naso gibboso è ben evidente; lo stesso potrebbe dirsi del confronto col possibile suo ritratto dipinto da Dionisio Guerri. Per tre ragioni preferisco credere che il ritratto raffiguri piuttosto Eleonora Gonzaga, figlia di Vincenzo I. Prima: la scelta di farsi ritrarre come sant'Elena meglio si spiega con motivazioni onomastiche; seconda: Eleonora giunge a dignità imperiale nel 1621, sposando Ferdinando II, mentre Caterina è solo duchessa; terza: il volto della donna pare proprio quello di Eleonora e non somiglia a Caterina. In un caso analogo, l'imperatrice Anna è ritratta come sant'Elena nelle Nozze mistiche del 1614 di Matthäus Gundelach (Vienna, Kunsthistorisches Museum, inv. GG 1103). La stesura pittorica è curiosamente in bilico tra una pennellata fluida, evidente soprattutto nel paesaggio, e una rigidezza compositiva palese nella figura e soprattutto nell'andamento delle pieghe della veste. Un confronto con il ritratto di Eleonora I Gonzaga di Lucrina Fetti (cat. 378) evidenzia notevoli diversità nel modo di dipingere gli incarnati; gli scarti qualitativi e stilistici nell'opera della pittrice mi spiazzano, ma la tela in esame presenta una morbidezza e una qualità pittorica che sono forse oltre la sua portata e che rendono questo dipinto più "fettiano" di quanto la stessa Lucrina solitamente sia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152021
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 6864
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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