ritratto di Isabella d'Este

dipinto, ca 1610 - ca 1630

Ritratti: Isabella d'Este ritratta seduta

  • OGGETTO dipinto
  • AMBITO CULTURALE Ambito Mantovano
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1923 la Banca Agricola Mantovana acquista questo Ritratto di Isabella d’Este presso l’antiquario Barozzi di Venezia e lo dona al Museo di Palazzo Ducale, proprio negli anni in cui viene restaurato l’appartamento di Corte Vecchia di Isabella d’Este (il cosiddetto Appartamento Vedovile) e l’arredo isabelliano originale vi viene trasferito dalla Domus Nova. Come copia del ritratto di Isabella d’Este dipinto da Tiziano – il dipinto del Kunsthistorisches Museum di Vienna – il quadro è menzionato da Cottafavi nel 1926 (p. 42), poi da Giannantoni nel 1929 (p. 127). Alla Mostra iconografica gonzaghesca del 1937 il dipinto è indicato come di ignoto del Cinquecento e, da allora, sembra del tutto ignorato dagli studi, probabilmente a causa della sua modesta qualità. Tiziano dipinge due ritratti della marchesana: la nostra tela va confrontata con quello “idealizzato” e retrospettivo di Vienna (Cavalcaselle, Crowe 1877, I, pp. 385-387). L’identificazione, che ha avuto consenso quasi unanime (ne dubita Ozzola 1931), si basa principalmente sul confronto con un’incisione realizzata da Lucas Vosterman su un dipinto di Rubens di analoga iconografia e recante la scritta “Isabella Estensis Francisci Gonzagae uxor / e Titiani prototypo P. P. Rubens excudit”. A sua volta il dipinto del Vecellio, come Luzio (1913, pp. 221-223) ha rilevato, è con ogni probabilità la “copia” di un ritratto eseguito dal Francia verso il 1511: nel dipinto viennese difatti Isabella mostra un aspetto assai più giovane di quello che deve in realtà avere verso il 1534-1536, quando si data la tela viennese di Tiziano e quando la marchesa – nelle malevole parole di Pietro Aretino (Pronostico dello anno MDXXXIIII, VI, 4) – “ha i denti de ebano e le ciglia di avorio, disonestamente brutta e arcidisonestamente imbellettata”. Ecco perché “il ritratto tizianesco d’Isabella giovane è il risultato d’una doppia adulazione – del Francia e del Vecellio – e perciò da accogliere con molte riserve” quanto a giustezza anatomica (Luzio 1913, p. 238). La tela viennese, che sarebbe decurtata sui lati (Pallucchini 1969, I, p. 79), mostra la marchesa su un fondo scuro nel quale s’intravede un morbido tendaggio verde: nulla a che vedere col pesante drappo rosso che occupa la parte superiore del nostro dipinto, nel quale compare anche una colonna sul cui plinto si leggono le lettere “SA” e “DA”. Poiché la tela mantovana pare decurtata sul lato sinistro, non si può escludere che le due sillabe, difficilmente alludenti al nome del copista, siano in qualche modo da reintegrare a comporre le iniziali di Isabella. Il panneggio e la colonna indiziano una fattura già seicentesca, di un pittore molto rigido, che potrebbe avere sotto gli occhi non il dipinto tizianesco ora al Kunsthistorisches Museum, bensì una sua copia dei primi del Seicento: forse il perduto dipinto del Rubens o un altro, ma non l’incisione del Vosterman che è in controparte. Un’altra copia analoga a quella in esame si conserva dal 1921 dal Museo de Bellas Artes di Córdoba, in deposito dal Prado di Madrid (inv. 451, cm 106x86; Agosti 2005, p. XV nota 30); delle copie in collezioni private, a Verona, Vicenza e Padova, segnalate da Crowe e Cavalcaselle (1877, I, p. 388), già Luzio non riesce ad avere visione diretta
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152009
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 368
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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