ritratto di Margherita Gonzaga d'Este in abiti monastici

dipinto, 1610-1615

dipinto con cornice intagliata, dipinta e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 204 cm
    Larghezza: 103 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LOCALIZZAZIONE Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto è nel 1786 nella sagrestia della chiesa interna di Sant'Orsola, dove viene descritto in un inventario e nell'elenco approntato da Giovanni Bottani relativo ai quadri meritevoli d'essere trasportati al Regio Ginnasio. Vi è indicato come "Ritratto della fondatrice del monastero, figura impiedi" (D'ARCO 1857-1859, II (1859), p. 214 n. 25). Entro il 1810 il dipinto giunge nel palazzo Accademico, ove è riconoscibile nell'inventario di Campi: "Un quadro di poco merito rappresentante una Principessa in abito monastico, alto braccia 4 pollici 9 e largo braccia 2 pollici 4, proveniente come sopra", da Sant'Orsola (App. 8, n. 30). Presso l'Accademia Virgiliana il dipinto è menzionato in un inventario del 1827 e nel 1862, all'atto di consegna di molte opere al Comune, rimane di proprietà dell'Accademia. Nel 1922 l'opera è depositata in palazzo Ducale. La tela è ricordata alla fine dell'Ottocento da INTRA (1891, n. 2; 1895, p. 13), che la menziona correttamente come ritratto di Margherita Gonzaga d'Este e l'attribuisce a Lucrina Fetti, autrice di numerose tele per la chiesa di Sant'Orsola. Con la corretta identificazione dell'effigiata, l'opera è ricordata da MATTEUCCI (1902, p. 373 nota 1) e da LAZZARI (1913, tav. di fronte a p. 297), che ne pubblica la fotografia. Il quadro viene quindi inventariato nel 1937 come "ritratto di Margherita Gonzaga moglie di Alfonso II d'Este, in abito monacale nero [...]. Lavoro del Seicento". OZZOLA (1949, n. 16; 1953, n. 16) pochi anni dopo si confonde e inserisce il dipinto tra quelli giunti nel 1716 a Mantova da Mirandola, attribuendolo dubitativamente a Sante Peranda; la PERINA (1965b, pp. 465-466) ritiene di conseguenza dispersa la tela menzionata nel 1895 da Intra, mentre la ASKEW (1977, pp. 125 e 126 nota 20) cita nuovamente il dipinto come ritratto di Margherita Gonzaga, assegnandolo a Lucrina Fetti con una datazione tra il 1614 e il 1618. CAPPI (1984, pp. 97-98 e 112), tratto in inganno da Ozzola, ritiene "mirandolana" la tela, che suppone possa essere un ritratto di Virginia de' Medici, moglie di Cesare d'Este, realizzato nel 1609 dal veneziano Sante Peranda. La MARTINELLI BRAGLIA (1987, p. 22 nota 35), pur continuando a ritenere l'opera proveniente da Mirandola, dubita tanto dell'attribuzione quanto dell'identificazione proposte da Cappi e, in seguito (in Committenze dei Pico 1991, pp. 86-87 n. 31; 2000, p. 88), la giudica di ambito emiliano, forse bolognese, datandola tra Cinque e Seicento. BAZZOTTI (1996, p. 47) presenta nuovamente l'opera sotto corretta lettura, accolta infine da tutta la critica, con l'eccezione appena citata della MARTINELLI BRAGLIA (2000, p. 88). Bazzotti non esprime alcun giudizio in merito all'attribuzione della tela alla Fetti, che è confermata dalla FARINA (1995, p. 450) e dalla GLADEN (2005, pp. 123-124 e 140-141). La Meloni Trkulja (in Semenzato 2007, pp. 42-46) di recente conferma la datazione già avanzata dalla Askew, al 1614-1618, suggerendo un confronto con un disegno di Ottavio Leoni, presso l'Ashmolean Museum di Oxford (inv. P II 883), databile attorno al 1615: "madama di Ferrara" ha lo stesso volto gonfio ma appesantito dall'età (sulla ritrattistica di Margherita, cfr. cat. 215). Va detto che il termine del 1614 proposto dalla Askew è legato all'attribuzione a Lucrina Fetti, che entra monaca in Sant'Orsola in quell'anno. La nostra pittura non mostra lo stile della sorella di Domenico Fetti ma un ductus pittorico assai più rigido e controllato, che induce a rinunciare definitivamente a quell'attribuzione. L'effigiata sembra però dimostrare circa cinquant'anni e pertanto rimane probabile una datazione attorno al 1615 o di poco anteriore al disegno di Oxford, nel quale il volto della duchessa è ancora più appesantito dagli anni. La presenza di "Un ritrato di madama di Ferrara vestita da sore, stimato lire 18" nell'elenco dei beni dei Gonzaga del 1626-1627 (MORSELLI 2000, n. 798), fa sospettare l'esistenza di almeno un altro dipinto simile a quello in esame. Ma tanti sono i ritratti perduti della dama, realizzati da Bahuet, Ligozzi, Pourbus, Agostino Decio, Curzo Ardizio, Cerano, a dimostrare la centralità della figura nel panorama dell'epoca (L'OCCASO 2006b, pp. 92-94; cfr. cat. 215)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152008
  • NUMERO D'INVENTARIO Gen. 6862
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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