ritratto di Alfonso d'Este

dipinto, 1609 - 1614

dipinto con cornice lignea riccamente intagliata e dorata

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Peranda Santo (1566/ 1638)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
  • INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto nasce per una galleria di ritratti delle famiglie Este e Pico, già collocati nel palazzo di quest’ultimi a Mirandola, dove rimane sino a che, nel 1716, l’arredo pittorico della reggia è trasportato a Mantova, destinato a ornare le sale del Palazzo Ducale. Nella sua originaria ubicazione, l’opera è riconoscibile nell’inventario del 1649-1650 nel “ritratto del Sig.r Principe Alfonso d’Este in piedi” (Il Castello di Mirandola 2006, p. 250), giusta l’identificazione del personaggio proposta da Cappi (1984, p. 122). Come opera di Sante Peranda, ma senza l’identificazione dell’uomo in posa, il quadro è inventariato nel 1937 in Palazzo Ducale; Ozzola (1946, p. 6 n. 7; 1949, n. 12; 1953, n. 12) ribadisce l’attribuzione, unanimamente accolta così come l’identità dell’uomo. Alfonso d’Este, fratello minore di Cesare d’Este (cat. [317]), nasce nel 1591 e nel 1608 sposa Isabella di Savoia; nel 1628 diviene duca di Modena e Reggio ma solo per pochi mesi, poiché nel 1629 abdica a favore del figlio Francesco e veste l’abito da cappuccino, che porta sino alla morte sopraggiunta nel 1644. Proprio per ritrarre lui e la moglie Isabella, Sante Peranda si sposta da Mirandola a Modena nel 1609. Il quadro dipinto in quell’occasione è destinato alla corte sabauda, ma l’artista veneziano ha altre occasioni per fissare sulla tela i lineamenti del futuro duca: dall’abbozzo tratto nel 1609 una copia è richiesta dal duca Cesare d’Este nel 1611 e nel 1612 un’altra è dipinta, stavolta dal modenese Valerio Fuga (Venturi 1882, pp. 143-145). Nel 1619 pare che Alessandro I Pico possedesse una versione non finita del Ritratto di Alfonso d’Este, la quale dovrebbe essere proprio quella in esame (M. Pelliciari, scheda 11, in Arte a Mirandola 1994, pp. 127-128). Ragionando sulla possibile età dell’uomo, Cappi (1984, p. 122) ha supposto che il dipinto vada datato al 1613-1614; la Martinelli Braglia tende ad anticiparne l’esecuzione, optando inizialmente per il 1609 (scheda 154, in L’arte degli Estensi 1986, p. 234; 1987, pp. 67-68 e 96 scheda 18; accolto da Tusini 2006, p. 44) e in seguito per una datazione un po’ più ampia, tra il 1609 e il 1612 (scheda 36, in Committenze dei Pico 1991, p. 90; Martinelli Braglia 2000, p. 104). Poiché forte pare il ricordo dela ritrattistica veneziana, soprattutto nell’ampio scorcio paesaggistico, il dipinto sembrerebbe da collocare nei primi anni del soggiorno emiliano del Peranda, pur rammentando che Alessandro I Pico nel 1619 afferma che il ritratto del principe Alfonso non è ancora concluso: a un momento successivo potrebbe spettare la redazione del debole tavolino sulla destra coperto di stoffa rossa, di qualità inferiore al resto dell’immagine
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300152004
  • NUMERO D'INVENTARIO St. 25
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2009
    2013
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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