Sant'Antonio da Padova appare ad Ezzellino da Romano

dipinto, ca 1650 - ca 1650

Il dipinto è diviso in due zone giustapposte, a sinistra il santo addita al tiranno il foglio da sottoscrivere; questo, che non vede, il santo è in atteggiamento ispirato. Al centro due colonne, come tutte le architetture rese con un grigio livido, separano questo interno dalla scena raffigurata nella parte destra dove la madre di un condannato inserisce la richiesta della grazia per il figlio sotto la tovaglia dell'altare del santo la cui statua è posta sotto l'arcone di una solenne architettura di tipo palladiano. Questa figura e quella della donna che partecipa all'azione, poste in piena luce a contrasto con le figure di armati al centro del dipinto, quasi delle sagome scure, sono rese in modo quasi fantomatico, come eteree nei trasparenti colori sciabolati di luci filamentose: arancio d'impasto, terre, azzurri argentei. Del tutto acrome sono invece le figure quasi evanescenti dipinte sul fondo a destra contro un cielo a grandi nebbie su cui si stagliano i pennoni di un veliero

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Maffei Francesco (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Francesco d'Assisi
  • INDIRIZZO Piazzetta San Francesco d'Assisi, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel secolo XVII il dipinto era posto nella cappella di Sant'Antonio, come ancora nel 1700. L'Averoldo lo dice alla parete destra: "Comanda Sant'Antonio ad un Re, acciò cancelli la sentenza già signata....contro un meschino"; il Maccarinelli dava al Maffei anche la tela del Ricchi, a fronte. Il Brognoli, il Sala e la Calabi vi leggono un giudice invece che un potentato (gnorando scettro e corona). Ancora nel 1939 il Morassi segnala l'opera alla parete destra della cappella del santo, ed interpreta il soggetto come "Sant'Antonio ed Ezzellino da Romano". Il dipinto fu rimosso nei restauri del 1938 nel corso dei quali furono trovati i resti di affresco e le sinopie. Nel 1954 la tela era posta alla parete destra del presbiterio (Tonolini- Monegatti) e qui è sempre documentata successivamente. L'Anelli ed il Guzzo chiarirono recentem3ente l'iconografia: "Sant'Antonio ottiene a Verona da Ezzellino da Romano la liberazione del conte Rizzardo di San Bonifacio e di altri capi guelfi...nella parte destra...il miracolo di Antonio che invocato da alcuni naufraghi, li salva dal loro destino...nella sezione centrale del dipinto con alcune donne prostrate davanti al santo, va interpretato come un altro miracolo "post morte"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300092351
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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