ancona, 1502 - 1502

Completamente dorata su fondo azzurro è fittamente e finemente intagliata. La solenne struttura posa su una predella dai finissimi racemi a volute oro su blu. La base coi plinti aggettanti ai lati è intagliata con grigi affrontati e divergenti ed ha un piccolo clipeo iscritto al centro; i plinti sono scolpiti con cespi ricadenti da un "cantaros". Le coppie disposte su alte basi sono ancora memori della tradizione tardogotica lombarda per la presenza dei tre rocchi sovrapposti, in basso dall'andamento svasato. Le due colonne interne hanno uno stemmino di Brescia (leone oro in campo rosso). Sul pesante architrave della cimasa molto aggettante si imposta l'arcone che sopporta un attico di grande solennità. Due busti di santi o vescovi, a tutto tondo, sono posti nei pennacchi. Nelle profilature una fittissima ornamentazione ad orbicoli intrecciati riconduce ad esempi medievali. Numerosi i particolari dipinti in rosso rubino: i grappoli d'uva, le fiaccole, i collarini dei grifi. Sopra la cimasa un altorilievo con la Pietà dipinta al naturale ed è trattenuta ai lati da due fastosissime figure di grifi alati e da racemi. Alla sommità si trova un simbolico fastigio di mele granate

  • OGGETTO ancona
  • ATTRIBUZIONI Lamberti Stefano (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di S. Francesco d'Assisi
  • INDIRIZZO Piazzetta San Francesco d'Assisi, Brescia (BS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La "soasa" in origine era fornita di due ante, dipinte dal Romanino, ricordate fino al Carboni, e poi scomparse nell'Ottocento. La soasa e la relativa pala furono eseguite per volontà testamentaria di padre Francesco Sanson (1499), il quale per il dipinto aveva pensato a Leonardo. La "soasa" condizionò peraltro la struttura figurativa della tavola tanto che il Romanino "ga fatto di questa un elemento integrante e fondamentale collegandola all'architettura finta in prospettiva del dipinto". E' da segnalare l'errore in cui sono incorse la Tonolini e la Monegatti ed il Posenato i quali trascrivono come "1911" la data posta nel fregio della soasa, mentre i lavori a cui si allude non sono, evidentemente quelli dell'architetto Luigi Arcioni ma quelli iniziati nel 1839 da Rodolfo Vantini, al quale probabilmente va dato il disegno dello stesso altare. Scrive infatti il Morassi "stava in origine probabilmente addossato in fondo all'abside o poggiante sull'altar maggiore stesso"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300092348
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
  • DATA DI COMPILAZIONE 1990
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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