lapide tombale,
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Lastra rettangolare lacunosa in marmo paglierino di Chiampo: ricomposta da due frammenti e priva della parte destra (per chi vede) e inferiore, con varie scheggiature sui bordi. La lapide è corniciata sul lato frontale da una fascia perimetrale liscia e da una modanatura a gola spianata con martellina. Nello specchio così delimitato è scolpita l'iscrizione funeraria. Lettere a caratteri capitali, scolpite a scalpello piatto con solco a sezione angolare; punti divisori a triangolo con lati inflessi
- OGGETTO lapide tombale
- AMBITO CULTURALE Produzione Italia Settentrionale
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Ducale
- INDIRIZZO Piazza Sordello, 40, Mantova (MN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Proveniente forse da Mantova (I.G.M. F. 62 II NO), già nella collezione di Marcello Donati, poi in quella di Silvio Gonzaga e da qui al Museo dell'Accademia, infine al Palazzo Ducale, a seguito della Convenzione del 1915 tra Stato e Comune di Mantova. Il personaggio qui ricordato appartenne alla gens Caecilia, assai diffusa in tutta la Cisalpina (v.bibl. CIL) e documentata a Mantova da un'altra iscrizione (v.Bibl. CIL). La presenza del cognomen non è un dato particolarmente significativo per la cronologia, trattandosi oltretutto in questo caso di un magistrato; tale cognomen, Senecio (per cui in generale cfr. Kajanto), trova in cisalpina particolare diffusione nell'area veneta (v. bibl. CIL), forse dovuta a connessioni con l'origine, indicata anche come celtica dallo Holder, al pari dei documentati Senicio, Seneca, Senicco (v. bibl. Holder). La formulazione del nome è svolta secondo i canoni, con la citazione sia della filiazione che della tribù, la Sabatina, cui Mantova e il suo territorio erano stati attribuiti (v.bibl. Tamassia). Il personaggio qui ricordato appartenne alla classe equestre, come si ricava dal cursus honorum conservato dall'epigrafe: dopo un'iniziale praefectura equitum dell'ala Hispanorum altrimenti nota ma non identificabile esattamente; dopo un'altra prefettura, che la lacuna nel testo non conserva, egli avrebbe dovuto accedere al tribunato: se questo sia avvenuto non è dato sapere, vista la rottura dell'epigrafe (cfr. per la carriera di questo personaggio v. bibl. Tamassia). Nella città di Mantova egli ricoprì due volte il quattuorvirato, probabilmente giurisdicente, e la carica sacerdotale di pontefice. La carica quattuorvirale dovrebbe essere stata ricoperta, come d'uso, quando Mantova era municipium, e cioè, nel corso del I sec. d.C. considerando che un'iscrizione probabilmente del II secolo d.C. (v.bibl. CIL) ci ricorda un duoviro, e quindi il mutamento della città a colonia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300075486
- NUMERO D'INVENTARIO Gen. 12156
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Palazzo Ducale di Mantova
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Mantova Brescia e Cremona
- DATA DI COMPILAZIONE 1983
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- ISCRIZIONI Sex(to) Caecilio / Sex(ti) f(ilio) Sab(atina tribu)/ Senecioni [IIII vir(o)] / bis, ponti [f(ici)]/ praef(ecto) fabr(um)/ praef(ecto) ch(ortis) [---]/ praef(ecto) equ[itum]/ ala Hispanorum, pra[ef(ecto)---]/ [---] - a solchi - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0