Carità

dipinto, post 1544 - ante 1555

Figura allegorica femminile entro tempietto dipinto, con colonne (ocra chiaro) dai capitelli ionici color terra di Siena bruciata e con fondo grigiastro. Figura allegorica raffigurata come figura femminile nuda, parzialmente coperta da drappo. Seduta su sedile di marmo grigio e rosso. Festone di frutta appeso ai capitelli

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 230
    Larghezza: 70
  • AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Mediceo
  • INDIRIZZO Piazza Vittoria, 11, Melegnano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Analogamente agli altri affreschi nel castello, anche i dipinti di questa sala sono forse stati eseguiti su commissione di Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, marchese di Melegnano e proprietario del castello dal 1532. A lui infatti si deve la ristrutturazione cinquecentesca del castello (M. A. Missaglia 1605). Strette affinità di stile inducono a riferire tutti gli affreschi di tale periodo ad un'unica scuola lombarda, le cui mani sono difficilmente distinguibili anche a causa del cattivo stato di conservazione che oblitera gli affreschi stessi. Come spesso accade, è forse possibile individuarvi, generalmente, un artista esecutore dei riquadri centrali e un altro autore delle figure di contorno: tuttavia il disegno generale delle decorazioni è da riferirsi ad una concezione unica. Tali affinità autorizzano a circoscrivere l'esecuzione degli affreschi in uno spazio temporale abbastanza breve. Allo stato attuale degli studi non è ancora emersa documentazione relativa agli artisti qui operosi. Tuttavia, come propone G. B. Sannazzaro 1977 e 1979, gli affreschi furono probabilmente iniziati dopo il 1544, data di pubblicazione della Cosmographia Universalis, fonte diretta di alcuni dipinti in questa sala (le sette città tedesche). Inoltre J. Marshall, 1970, propone il termine ante quem 1555, grazie all'indagine della situazione architettonico-paesaggistica del castello di Bellagio, raffigurato nell'affresco "la Guerra contro i Grigioni" (nella Sala delle Battaglie). Tale data, corrispondente all'anno della morte del Medeghino, è condivisa anche da R. Bossaglia, 1974, che individua nell'iconografia generale degli affreschi nel castello l'esaltazione del signore, e quindi ne suggerisce l'esecuzione lui vivente. L'ipotesi pare confermata anche dall'indagine dello stile adottato e dai costumi raffigurati negli affreschi. A conferma, può giovare anche l'individuazione di alcune fonti di ispirazione in motivi figurati generalmente databili ai primi decenni del Cinquecento, spesso riferibili a scuola romana. Ad esempio, in questa sala in particolare, la Medicina (?) ripete un'iconografia alquanto diffusa da prototipi raffaelleschi, reperibili nelle incisioni del cosiddetto Maestro B. nel Dado (Venere spinaria, vedi L. Bianchi 1968), e di Agostino Veneziano (Donna seduta presso un vaso, vedi D. Minozio, 1980). Ricordi definibili michelangioleschi appaiono in altre figure quali la Speranza e la Carità (G. B. Sannazzaro, 1977). Nella Caccia viene ripetuto un motivo iconografico alquanto diffuso, esperibile anche nella incisione attribuita a Giacomo Caraglio o a Marc'Antonio Raimondi raffigurante Diana (vedi S. Ferrara, 1975)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300050492A-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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