orazione di Cristo nell'orto di Getsemani

dipinto,

Personaggi: Cristo. Figure: apostoli; angelo. Piante: alberi. Paesaggi: città. Oggetti: spada

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Figino Giovanni Ambrogio (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Milano (MI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il RUGGERI (1966) confermando un'attribuzione del Ragghianti e del Ciardi nega l'attribuzione del dipinto al Salmeggia e la considera opera di Ambrogio Figino. La presenza di questi alla Passione è attestata da documenti. Nell'Archivio di Stato di Milano è conservato il testamento di certo Fabrizio Dugnani in data 7 agosto 1597; detto "Fabrizio Dugnani figlio di Lod., Parochia di S. Primo in città di Milano, lasciò al Mon./o della Passo L. 1500 annue... ed una messa quotid. al Altar di S. Francesco, quinta cappella entrando in chiesa a man del Vangelo; la qual capela nello stesso tempo fu da esso comprata con L. 1300 date al Mon./o ed altre L. 600 ristituite a certo Gio Bat./a Tettone che aveva in essa già fatte opere di pittura di Ambrogio Figino, con animo di occuparla come di fatto già, l'aveva occupata". Ancora, in data 4 settembre dello stesso anno, neI doc. n. 34 a carte 6, gli eredi del detto Dugnano si obbligano a pagare L. 600 "ad facorem Jo. Batta Tettoni, occasione ancone illius pingi experte a Jo. Amb./o Figino pictore huius civitatis... in cuius xausam anticipate eidem numerate fuerant". Gli eredi Dugnani si impegnano anche a "dictam anconam perfici facere et illam ab ipso Pictore rilevare necnon reportari facere quam primum in dictam capellam pro eius usu et ornamento". Un altro documento conferma che il giuspatronato al Tettoni (che, come si è visto vi rinunciò a favore dei Dugnani) era stato concesso in data 22 giugno 1589. L'esecuzione dell'opera va quindi posta tra il 1589, data di concessione del giuspatronato al Tettoni, che stipulò col Figini un contratto per la decorazione della cappella e il 1597 allorchè gli eredi Dugnani si impegnano a "rilevare" dal pittore e far riportare al più presto l'ancona nella cappella; dal che si deduce che il dipinto doveva essere già compiuto o quasi. E' probabile anzi che il Figino abbia dato inizio subito dopo il 1589 all'esecuzione dell'opera, quando il Tettoni lo incaricò della decorazione, pagandogli, come si è visto un anticipo piuttosto alto. Esiste per quest'opera tutta una serie di schizzi preparatori fino al disegno lumeggiato immediatamente precedente alla stesura pittorica (SW. 6967, 6968, 6977; BV. 1514, 1517; SW. 6928, 6929, 6874; BV. 961, 996, 1015), pubblicati dal CIARDI (1968). Nella letteratura artistica relativa, soltanto lo Scannelli (1657) ricorda "un'istoria ne' Padri della Passione"; la notizia peraltro, data la confusione che lo scrittore fa tra le opere del Figino e quelle del Lomazzo, da sola certo non basterebbe a suffragare l'attribuzione. Tuttavia è da notare che il Torre (1714) registra in S. Maria della Passione due "Orazioni nell' orto" del Salmeggia. Ora in effetti anche il Salmeggia dipinse nella chiesa un quadro di questo soggetto, attualmente esistente "in loco". Può darsi che le guide, che spesso registrano i dipinti in funzione pietistica, cioè elencano un quadro solo per ogni soggetto sacro, abbiano preferito parlare di quello del Salmeggia, trascurando quello del Figino; il Torre poi evidentemente equivoca per l'analogia dei soggetti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0300029090
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano Bergamo Como Lecco Lodi Monza Pavia Sondrio Varese
  • DATA DI COMPILAZIONE 1976
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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