Decorazione a forma di lettere dell'alfabeto gurmukhi (?)

bruciaprofumi,

Brucia profumi con corpo inferiore semisferico da cui si innalza uno stelo a forma di vajra. L'estremità è a forma di radice di loto, circondata da petali, i cui fori - funzionali alla fuoriuscita dei fumi - ricordano i fori della radice stessa. Il corpo semi sferico è decorato con cinque elementi a intaglio che ricordano altrettante lettere riconducibili ai sistemi di scrittura in uso nel Subcontinente indiano

  • OGGETTO bruciaprofumi
  • AMBITO CULTURALE Ambito India Nord-occidentale
  • LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stilizzazione delle cinque lettere presenti sul corpo dell'oggetto potrebbero essere associate all'alfabeto gurmukhi, uno dei due alfabeti con cui viene scritta la lingua punjabi, lingua ufficiale del Punjab, regione del Subcontinente Indiano oggi divisa tra India e Pakistan. Questo alfabeto è usato nello stato del Punjab appartenente all'Unione Indiana, dove prevale la comunità sikh. Sono leggibili le seguenti lettere: ਧ (dha), ਡ (pha), ਝ (jha). Le lettere potrebbero essere state usate per il loro valore estetico come semplice decorazione, oppure a formare una parola (da interpretare). Nell'induismo, bruciare l'incenso (in hindi "agarbati" = legno di aloe acceso) è parte integrante della maggior parte dei rituali. Il nome deriva dal legno di agar che è comunemente usato nella produzione di incenso e che, nella medicina ayurvedica, è triturato per curare ferite, avvelenamenti e febbre. La fonte più antica sull'incenso sono i Veda, in particolare l'Atharva-veda e il Rigveda. La combustione dell'incenso era usata sia per creare aromi gradevoli che come strumento medicinale. Il suo uso in medicina è considerato la prima fase dell'Ayurveda, che utilizza l'incenso come approccio alla guarigione. La produzione dell'incenso era quindi quasi esclusivamente fatta dai monaci. L'incenso rimane una parte importante del rituale quotidiano della puja, che è un'offerta religiosa eseguita da tutti gli indù alle loro divinità, specialmente durante l'inizio di una nuova avventura o per commemorare qualche occasione speciale. L'aspetto del rituale è noto come dhupa e prevede l'offerta di incenso davanti all'immagine di una divinità, in segno di rispetto. Un bastoncino di incenso viene acceso per introdurre piacevoli fragranze e purificare l'aria dall'energia negativa. Le ceneri degli agarbatti ardenti raccolte simboleggiano il sacrificio di se stessi agli altri. Un asceta (sādhu) brucerà regolarmente incenso in questo modo, come gesto ad Agni, il dio del fuoco, per allontanare forze invisibili che devono essere continuamente propiziate con offerte e rituali di purificazione. I loro camini sacri, noti come dhuni, svolgono la stessa funzione dell'incenso, su scala più ampia, che è quella di trasformare la materia in etere. Bruciare l'incenso è quindi un promemoria del sacro potere di mutazione del fuoco e il viaggio finale di tutta la materia fisica verso lo spirito
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450870
  • NUMERO D'INVENTARIO XR 3286
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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