Composizioni floraeli con uccelli
uovo di struzzo,
Giuseppe Zogbi (attribuito)
1878-1964
Uovo di struzzo intagliato e decorato con diversi soggetti. Sulla sommità presenta un nastrino verde di stoffa usato per appendere l'uovo, come da tradizione, mentre sul fondo si trova una nappina di metallo
- OGGETTO uovo di struzzo
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MATERIA E TECNICA
uovo di struzzo/ incisione
METALLO
- AMBITO CULTURALE Ambito Betlemita
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ATTRIBUZIONI
Giuseppe Zogbi (attribuito): incisore
- LOCALIZZAZIONE Castello di Racconigi
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Le uova di struzzo, provenienti in origine dal Medio Oriente e dal Nord Africa, sono state utilizzate come merce di scambio sin dall’età del bronzo. Spesso decorate, intagliate, incise o dipinte, erano considerate oggetti di lusso ed erano lavorate da artigiani esperti i quali si spostavano tra i paesi del Mediterraneo per mettersi al servizio di importanti committenti di nobile origine. Per questo motivo non è facile individuare il luogo d’origine di uno specifico esemplare. Spesso presentano decorazioni in metallo o sono cinte da strutture dello stesso materiale, necessarie per appenderle. Numerose uova di struzzo decorate sono state rinvenute in varie tombe di personaggi illustri risalenti al periodo faraonico in Egitto, all’età del bronzo in Grecia e al primo millennio a.C. in insediamenti etruschi i fenici. In alcuni casi, in particolare laddove la lavorazione della ceramica non era diffusa, queste uova venivano svuotate del loro contenuto e trasformate in contenitori per acqua, liquidi, polveri o pigmenti per il corpo. Al di là della loro funzione pratica, le uova di struzzo hanno assunto significati simbolici di grande importanza in tutte le società in cui erano in uso. Usate spesso come tributi per autorità del calibro del Faraone, in Egitto le uova di struzzo erano legate alle idee di prosperità, vita e rinascita. Secondo la mitologia egizia lo struzzo era solito correre in giro all’alba, rotando su sé stesso e sbattendo le ali, perciò si pensava che stesse eseguendo una danza di saluto al sole, cosa che lo collegherebbe al culto del sole e della rinascita. Lo struzzo è anche l’emblema della dea Imentet, divinità dell’Ovest, della morte e dell’eterna rinascita. Le uova di struzzo continuarono ad avere un grande valore anche nell’antica Grecia e nel mondo romano, dove spesso venivano portare in dono alle divinità nei santuari. Simboli di prosperità e fertilità erano talvolta appese ai soffitti dei luoghi di culto, pratica che sopravvisse anche tra i musulmani, gli ebrei e i cristiani copti. Fonti arabe riconducono il significato di tale tradizione alla credenza diffusa in tutto il Mediterraneo secondo la quale gli struzzi farebbero schiudere le loro uova fissandole intensamente: per questo motivo questo animale sarebbe divenuto simbolo di dedizione spirituale e concentrazione. Appendere le uova nei luoghi di culto servirebbe perciò ad aiutare i fedeli a rimanere concentrati durante la preghiera e per evitare che vengano distratti dalle preoccupazioni terrene. Tale concezione venne adottata anche dai cristiani copti i quali credono anche che il calore del sole, che aiuta a far schiudere le uova, sia una diretta rappresentazione del potere di Dio di creare la vita. Questa interpretazione si collega al simbolismo generale dell’uovo nel cristianesimo e al suo legame con la Pasqua e la resurrezione, da cui deriva la pratica di scambiarsi in dono le uova nel periodo pasquale. Avendo una grande importanza spirituale in più contesti culturali del mediterraneo, le uova di struzzo divennero il bene di scambio per antonomasia tra il mondo islamico e quello cristiano. Venivano usate come doni dalle autorità laiche e religiose per stringere e coltivare rapporti diplomatici ed erano vendute dai mercanti in tutti i paesi del Mediterraneo e oltre, fino all’Asia meridionale, all’Arabia e all’Africa, dove venivano impiegate in svariati modi. In Terra Santa le uova di struzzo, presenti negli edifici sacri di varie religioni, sono entrate a far parte delle materie prime impiegate dagli artigiani incisori di Betlemme e Gerusalemme. Come altri oggetti prodotti nei loro laboratori, le uova di struzzo decorate venivano spesso donate a personaggi facoltosi in visita in Terra Santa. Inoltre, venivano vendute sul mercato dell’arte turistica come souvenir: per i pellegrini e i turisti è infatti tradizione acquistare e portare con sé a casa qualcosa che possa servire da testimonianza concreta della loro esperienza di viaggio. Nel caso specifico della presente opera, l’uovo di struzzo decorato fu donato al Principe Ereditario Umberto II in occasione del suo viaggio in Terra Santa del 1928 e fu realizzato dall’artigiano Giuseppe Zogbi, famoso soprattutto per la sua abilità nella lavorazione della madreperla, che realizzò anche altri artefatti regalati al sovrano in quell’occasione. L'uovo di struzzo fa parte di un corpus di oggetti extra-europei ricevuti in dono dai membri della famiglia Savoia durante i loro viaggi, o offerti da delegazioni diplomatiche in visita in Italia. I doni, che favoriscono il mantenimento di buoni rapporti tra le parti, sono spesso scelti in quanto rappresentanti l’essenza della Nazione o dell'istituzione religiosa che li offre. Attraverso l’esibizione di tali doni i dignitari promuovono la propria cultura e la propria patria al livello più alto delle pubbliche relazioni
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100450834
- NUMERO D'INVENTARIO R 9231
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2022
- ISCRIZIONI Attorno allo stemma della famiglia Reale di Savoia, parte superiore - RECUERDO (D)EL GIUSEPPE ZOGBI 1928 - Giuseppe Zogbi - a rilievo - spagnolo
- STEMMI Parte laterale - reale - Stemma - Stemma della Famiglia Reale di Savoia - Scudo dei Savoia con croce d’argento su fondo rosso, sormontato da un elmo reale dorato, ornato di un cercine e di svolazzi d'oro e di azzurro, cimato con la corona di ferro. Lo scudo è sostenuto da due leoni rampanti e fregiato con la grande collana dell'ordine supremo della SS. Annunziata. Il tutto posto sotto un padiglione di porpora bardato d'un gallone e frangiato d'oro, soppannato d'ermellino, col colmo di tela di argento ricamato a lingue di fuoco d'oro moventi dal lembo superiore e a fiamme alternate d'oro e di rosso nella parte inferiore, con un drappellone, intagliato a forma di vaii, di velluto azzurro, gallonato e con fiocchi d'oro; questo padiglione cimato della corona reale
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0