DIANAE EPHESIAE TEMPLVM. Il tempio di Diana a Efeso
stampa controfondata tagliata di traduzione,
1572 - 1572
Heemskerck Marten Van (1498/ 1574)
1498/ 1574
Galle Philips (1537/ 1612)
1537/ 1612
Terra : Sette meraviglie del mondo : tempio di Diana a Efeso
- OGGETTO stampa controfondata tagliata di traduzione
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MATERIA E TECNICA
carta/ bulino
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ATTRIBUZIONI
Heemskerck Marten Van (1498/ 1574): inventore
Galle Philips (1537/ 1612): incisore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Raccolta Disegni e Stampe
- LOCALIZZAZIONE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
- INDIRIZZO piazza Carlo Alberto, 3, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La stampa fa parte di una serie di otto incisioni che rappresentano le sette meraviglie del mondo antico, più un’ottava meraviglia, il Colosseo di Roma. La serie è stata incisa da Philip Galle, su disegno di Maarten van Heemskerck. È stata riprodotta in tre edizioni: la prima nel 1572 (Anversa, Philip Galle), la seconda nel 1636 (Anversa, Theodor Galle), la terza intorno al 1638 (Anversa, Johannes Galle). Una derivazione di queste stampe venne utilizzata nell’illustrazione del De groeten Figver-Bibel (Amsterdam, 1646) – (New Hollstein, Philip Galle, vol. 3, p. 177). Le fonti antiche citano diversi monumenti fra le “sette meraviglie” del mondo: Heemskerck sembra essersi ispirato al canone compilato dall’umanista spagnolo Pedro Mexia nel suo Silva de varia lección, pubblicato negli anni ’40 del ‘500 a Siviglia e a Anversa, e agli epigrammi di Marziale, per quanto riguarda l’inserimento del Colosseo, assente dalle stampe della Biblioteca Nazionale (Spronk, 2016, pp. 125 e 220, n. 4; Standen, 1985, p.156). Il testo di Hadrianus Iunius riprende la descrizione del tempio fatta da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, libro XXXVI, 95. Si segnala che il disegno preparatorio conservato al Courtauld Institute è numerato con la cifra "4", indizio di un probabile diverso ordine dato alla serie dall'artista in un primo momento (New Hollstein, Philip Galle, vol. 3, p. 178). L’incisione fa parte di un album denominato “Album scuola fiamminga Van Voen Martino detto Hemeskerk”. Per mancanza di documenti non si conosce la collocazione precedente e la modalità di acquisizione da parte delle collezioni reali (poi Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) delle incisioni raccolte. Nel 1861 il conoscitore Giovanni Volpato, allora impegnato nel riordino delle collezioni grafiche dell’Accademia Albertina, viene chiamato a lavorare simultaneamente al fondo della Biblioteca Nazionale costituendo, sia per estensione sia per qualità, un nucleo rappresentativo della grande tradizione artistica italiana e straniera. Non è ancora stato possibile definire il lavoro di riordino nonostante si supponga che Volpato operò realizzando 52 album (Giovannini Luca, 2016). Unico documento che attesta la presenza degli album alla fine del 1800 è l’inventario redatto da Alessandro Baudi di Vesme (Antichi inventari 84). Oggi alcuni album, come quello preso in esame, restano testimonianza della collazione di incisioni realizzata da Volpato; molti altri dal 1970 vennero restaurati e smembrati, le incisioni sciolte vennero inserite in passepartout idonei alla conservazione, perdendone purtroppo l’integrità
- TIPOLOGIA SCHEDA Stampe
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100407989
- ENTE SCHEDATORE Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- ISCRIZIONI sul recto, in alto, al centro - DIANAE EPHESIAE TEMPLVM - citazione da De Jonghe, Adriaen - a incisione - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0