ritratto di Vittorio Amedeo I di Savoia
dipinto,
1601 - 1650
Dipinto rettangolare entro cornice lignea intagliata, raffigurante Vittorio Amedeo I ritratto a mezzo busto, di tre quarti con il braccio destro appoggiato al fianco. Il duca veste l'armatura militare da cui sporge un colletto ricamato bianco e il collare dell'ordine della Santissima Annunziata. Sfondo scuro con, a sinistra, un ampio tendaggio in broccato rosso con motivi floreali scuri e frangia dorata, sollevato e fissato
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 82.5 cm
Larghezza: 64.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello di Bruzolo
- INDIRIZZO via Carlo Emanuele I, 47, Bruzolo (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il ritratto si inserisce in una tipologia iconografica che gode di discreta fortuna nella ritrattistica di corte sabauda. La raffigurazione a mezzo busto di Vittorio Amedeo I con l'acconciatura all'inglese e la corazza da cui pende il collare dell'Annunziata è infatti fissata dall'incisione firmata da Giovenale Boetto per il manoscritto di Valeriano Castiglione "Historia della vita del Duca di Savoia Vittorio Amedeo I re di Cipro", non datata ma riconducibile al 1635 circa (cfr. C. Morra, Schede per le incisioni, in A. Griseri, N. Carboneri, C. Morra, Giovenale Boetto, Fossano 1966, pp. 71-72, fig. 163). All'incirca alla stessa data Giovanni Testori assegna un ritratto del Duca attribuito per via stilistica al milanese Francesco Cairo, pittore di corte dal 1634, passato all'asta da Salamon a Milano (cfr. G. Testori, Infierir ferendo, in FMR, 60, aprile 1988, pp. 14, 20). Fra le due opere sono molti i punti di contatto , a partire dalla posizione di tre quarti, con il viso rivolto a destra, per arrivare al colletto riccamente ricamato da cui pende, in grande evidenza, il collare dell'Annunziata. L'armatura è invece differente: quella raffigurata da Boetto, più semplice e con le rondelle anteriori sagomate a semicerchi accostati, è certamente la stessa presente nel ritratto del castello di Bruzolo. Rispetto agli esemplari di Boetto e Cairo il dipinto nella Sala del Trattato presenta un'inquadratura meno ravvicinata, che evidenzia il braccio destro piegato sul fianco e l'ampio tendaggio ricamato da cui pende una nappa dorata: questo dettaglio lo accosta a un ritratto del duca a figura intera conservato a Racconigi, replica della seconda metà del Seicento da un modello prestigioso, forse del ritrattista nizzardo Pellegrino Brocardo, che presenta proprio questa posa e un tendaggio, più semplice, sullo sfondo (si veda la scheda di M. di Macco in Diana Trionfatrice. Arte di corte nel Piemonte del Seicento, catalogo della mostra a cura di M. di Macco, G. Romano, Torino 1989, cat. 20, p. 20). A livello di conduzione il dipinto di Bruzolo, seppur scarsamente leggibile per lo stato di conservazione non felice, mostra una certa affinità con il ritratto a figura intera di Vittorio Amedeo in collezione privata a Modena, assegnato da Maria Beatrice Failla a un pittore piemontese della prima metà del secolo: le affinità sono evidenti specie nel trattamento del volto e del colletto (per il ritratto di Modena cfr. La Reggia di Venaria e i Savoia. Arte, magnificenza e storia di una corte europea, a cura di E. Castelnuovo, 2 voll., Torino 2007, II, cat. 2.31, p. 43). Un ritratto a mezzo busto del Duca, di qualità più corsiva e più tardo, è conservato nelle raccolte del Castello di Agliè, testimoniando la fortuna del medesimo prototipo illustre (cfr. scheda OA 010035977). L'importanza assunta nella tela di Bruzolo dal ricco tendaggio che si apre svelando la figura, vero tratto distintivo dell'opera, e l'attenzione per la restituzione dei materiali testimoniano l'avvenuta ricezione dei modelli della ritrattistica fiamminga in voga presso la corte ducale nel primo trentennio del secolo e in particolare richiamano i ritratti ducali di Anton Van Dyck. La presenza della tela all'interno della Sala del Trattato si carica inoltre di una specifica valenza storica in relazione all'accordo che qui fu siglato il 25 aprile 1610: infatti fra i punti dell'alleanza fra Savoia e Francia era incluso il matrimonio di Vittorio Amedeo con Elisabetta, figlia di Enrico IV (sulle circostanze storiche dell'evento si veda F. Marconcini, Bruzolo e i suoi trattati, in "Segusium", anno II, n. 2, dicembre 1965, pp. 74-134 , in particolare pp. 115-116 per la segnalazione della lettera di Carlo Emanuele I al figlio, in cui da ragguaglio dell'arrivo a Bruzolo). Come noto il matrimonio non fu celebrato per la morte improvvisa di Enrico IV, ma il legame fra i due paesi fu rinsaldato qualche anno più tardi, con le nozze fra il primogenito di Carlo Emanuele I e Cristina di Francia (1619). Il dipinto è riconoscibile per via della cornice e già posto nell'attuale collocazione in una foto anteriore al 1965 (cfr. Marconcini 1965, p. 118, fig. 55)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401674
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2017
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0