sgabello, serie - ambito piemontese (seconda metà sec. XIX)
Due coppie di sostegni incrociati a X e imperniati al centro, di modo da consentire il piegamento della struttura. Sono intagliati lungo tutta la superficie esterna con motivi a ghirlande di piccoli fiori, girali vegetali, foglie di acanto e pelacette che definiscono la terminazione inferiore. Sono raccordati a coppie, lungo il lato breve, da traversa lignea analogamente intagliata e decorata. Sul telaio ligneo è appoggiata la seduta imbottita, rivestita in lampasso di seta. Il tessuto presenta un decoro a partiture verticali policrome su fondo nero. Su di esso sono disposti, seguendo un motivo a spirale, ripetuto su più file, piccoli bouquets floreali. Le bande di maggiore larghezza, con colore fucsia di fondo, presentano un decoro in ocra a minuti racemi e corolle floreali. Le partiture più strette sono a righe di colore verde, bianco o fucsia, nero. Lungo i quattro lati è cucita una frangia che richiama i colori del tessuto con briglie in filo di seta attorcigliato; fiocchi in corrispondenza degli angoli. Fodera in raso di seta
- OGGETTO sgabello
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MISURE
Profondità: 46.5 cm
Altezza: 48.5 cm
Larghezza: 68.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L’assetto odierno della sala rispecchia essenzialmente quello descritto dagli inventari della residenza di fine Ottocento-inizio Novecento, pur con varianti per quanto attiene ai tendaggi e ai punti luce affissi alle pareti. Realizzata interamente su progetto di Filippo Juvarra (1732-33), anche se in buona parte i lavori furono compiuti dopo la sua partenza da Torino negli anni 1735-1737, la sala rientra negli ambienti dei nuovi appartamenti che il re di Sardegna Carlo Emanuele III volle far allestire per sé e per la seconda consorte, Polissena d’Assia, subito dopo la sua salita al trono nel 1730 e che, di fatto, furono ultimati in occasione delle nozze con la terza consorte, Elisabetta Teresa di Lorena. Sino all’età di Carlo Alberto, questo spazio fu denominato Gabinetto di Toeletta della Regina. A seguito delle trasformazioni operate in tutto il piano nobile del Palazzo sotto la regia di Pelagio Palagi, pur preservato, a differenza di alcuni ambienti contigui che furono radicalmente trasformati nelle funzioni d’uso, nella decorazione e nell’arredo, esso venne inglobato nell’appartamento destinato al sovrano e assunse l’attuale denominazione. Capolavoro nella ideazione degli allestimenti di interni del Messinese, benché manchino specifici disegni progettuali, il Gabinetto Cinese testimonia in maniera compiuta nella principale residenza della corte sabauda, grazie alla presenza di pannelli originali in lacca affissi alle pareti, quel gusto per l’esotismo settecentesco europeo che venne declinato, specialmente nella prima metà del Settecento, a favore della “moda cinese” anche nell’arredo mobile coevo, lavoro di maestranze specializzate torinesi e ticinesi. La decorazione pittorica della volta con Il Giudizio di Paride fu affidata al primo pittore di corte, Claudio Francesco Beaumont (1735-37). Gli studi effettuati sulla storia della residenza non hanno ancora messo in luce specifiche evidenze documentarie certe per la serie di “taboretti”, ricordata negli inventari del Palazzo di seconda metà di Ottocento già in questa collocazione. La presenza, nella descrizione del 1880, dell’indicazione in “stile Barocco” in luogo dell’attributo, utilizzato in altri casi, di “antichi”, potrebbe lasciar ipotizzare che gli sgabelli, analogamente al divano, al tavolo e alle stesse consolle, siano manufatti eseguiti “in stile” o esemplari originali parzialmente integrati intorno alla metà del XIX secolo, quando si realizzarono gli ultimi interventi di restauro della sala, contemporaneamente ai rilevanti lavori di ammodernamento di questa parte del Palazzo. Il repertorio ornamentale con elementi fogliacei accartocciati, volute e fogliette appare, specialmente nel divano e nel tavolo, un poco appesantito e irrigidito se lo si confronta con gli intagli delle cornici dei pannelli in lacca e delle specchiere affisse sulle pareti, senza dubbio settecenteschi. Il rivestimento della seduta, eseguito nel medesimo tessuto pregiato utilizzato per il divano e i cuscini delle sedie, fu messo in opera, come suggeriscono le indicazioni inventariali settecentesche che descrivono tessili differenti, molto probabilmente alla metà-terzo quarto dell’Ottocento da una manifattura torinese, benché il disegno a fasce verticali con minuti elementi floreali si rifaccia a modelli in uso nell’ultimo quarto del XVIII secolo. Considerando, invece, che possa trattarsi, almeno in parte, di arredi originali, dal momento che nell’Inventario del Regio Guardamobili del 1760 si riporta l’esistenza nella sala di dieci “taboretti”, si può supporre che essi siano stati realizzati da quelle stesse maestranze, in parte piemontesi e in parte ticinesi, che lavorarono per l’esecuzione delle boiseries destinate a contenere i pannelli in lacca provenienti dalla Cina e per le grandi specchiere tra il 1736 e il 1737. Più precisamente, la parte strutturale venne affidata a Carlo Baroggio e a Domenico Sariga, mentre quella ornamentale a Giovanni Luigi Bosso e a Pietro Giuseppe Valle, tutti professionisti attivi nelle residenze sabaude tra quarto e quinto decennio del XVIII secolo. La tipologia con i sostegni “a tenaglia” risulta particolarmente apprezzata dalla committenza di corte ed esemplari identici nella fattura dei sostegni, sebbene dotati di un diverso rivestimento della seduta e non necessariamente originali, si trovano anche in altri ambienti del Palazzo, ad esempio nella Sala degli Staffieri
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401133
- NUMERO D'INVENTARIO 327
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- ISCRIZIONI sotto la seduta, telaio - 5380 DC (nero, ripetuto) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0