lampadario di Palagi Pelagio, Viscardi Giovanni Battista (secondo quarto sec. XIX)
Lampadario a quarantotto bracci. Struttura portante in bronzo a fusione dorato con fusto centrale dal quale si sviluppano i bracci ad andamento curvilineo, disposti su due file. Ogni braccio termina con un piattello a corolla floreale in vetro entro il quale è fissata una candela in porcellana bianca portaluce. Su ciascun braccio, a intervalli regolari, sono fissati pendenti a goccia in cristallo di Boemia. Ulteriori elementi a goccia, disposti per file circolari concentriche, sorrette da supporti in bronzo, ornano interamente la parte inferiore del lampadario. Altri elementi, a forma circolare, sono disposti in lunghe file verticali, alternate e file di elementi in bronzo, lavorati a traforo, che simulano stilizzate corolle floreali. Le file sono raccordate superiormente a una corona circolare in bronzo dorato. Essa è composta da una fascia ornata da protomi leonine su piano di fondo liscio e da una cimasa composta da motivo continuo a palmette e girali
- OGGETTO lampadario
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ cesellatura
cristallo di Boemia/ molatura
bronzo/ doratura
bronzo/ fusione
bronzo/ stampaggio
cristallo di Boemia/ soffiatura
METALLO
PORCELLANA
VETRO
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ATTRIBUZIONI
Palagi Pelagio (1775/ 1860): disegnatore
Viscardi Giovanni Battista (1791/ 1859): bronzista
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Manifattura Di Giovanni Colla E Chiaffredo Odetti
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il rinnovamento della “Camera di Studio di S.M.”, detta anche “la camera in cui S.M. lavora coi Ministri”, poi denominata Sala del Consiglio, venne avviato alla fine del 1836, quando Gabriele Capello detto il Moncalvo firmò il contratto per i lavori da eseguire, sia arredi fissi che mobili, tutti su disegno di Pelagio Palagi. I diversi manufatti vennero messi in opera principalmente nel corso del 1837-1838. Il repertorio figurativo e decorativo messo in opera negli elementi d’arredo di questa sala rispecchiava pienamente la cultura di Palagi, appassionato ricercatore e collezionista di reperti antichi, ma anche uomo attento alle più moderne istanze della sensibilità romantica e del recupero del mondo classico filtrato attraverso la lezione rinascimentale. L’intervento fece parte di un più ampio progetto di riplasmazione degli ambienti seicenteschi del Palazzo, che aveva incluso anche le attigue sale del Trono e delle Udienze, fulcro del cerimoniale politico della reggia in età carloalbertina. Benché la storiografia non abbia ancora posto in luce documentazione specifica sulla realizzazione del lampadario, esso appare del tutto coerente, per materiali impiegati e ornati, con l’arredo della Sala. Gli inventari del Palazzo Reale di Torino ne riportano costantemente la presenza nella sala a partire dalla loro prima compilazione sistematica nel 1879-1880. Con la nomina a “pittore preposto alla decorazione de’ Reali palazzi”, ricevuta nel 1834 dal sovrano, Palagi venne richiesto dall’amministrazione sabauda di creare disegni progettuali per tutti gli elementi d’arredo, anche minuti, destinati al rinnovamento delle sale auliche di Palazzo Reale, dunque, dovette fornire anche quello per il lampadario in oggetto. Pertanto, è possibile ipotizzare una esecuzione del manufatto sostanzialmente coeva all’intero mobilio della sala, realizzato tra il 1837 e il 1838. La sua produzione, trattandosi di un lavoro in bronzo dorato, dovette essere affidata alle ditte in quella fase operative in questo settore per conto di Palagi e della corte, ossia quella milanese dei Viscardi oppure quella piemontese di Colla e Odetti
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100401063
- NUMERO D'INVENTARIO 307
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Musei Reali - Palazzo Reale
- DATA DI COMPILAZIONE 2018
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0