Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto con taglio poco al di sopra del punto vita. Il corpo è ruotato di lieve tre quarti; il viso è frontale e lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta una parrucca con scriminatura centrale e boccoli che discendono oltre le spalle. Indossa un lungo jabot in pizzo che parzialmente copre il petto di corazza, completato da spallacci da battaglia. Al collo pende il collare dell’Ordine della SS.ma Annunziata. Sfondo unito di colore bruno con il segno della battuta di un precedente formato della tela ovale. La tela è posta entro una cornice di profilo e luce rettangolare in legno intagliato. Tipologia a cassetta. Battuta liscia; fascia interna intagliata a foglie e frutti che si dipartono dal punto mediano di ciascun lato, simmetricamente. Centrale lavorata a traforo con motivo continuo a palmette alternate a motivi circolari; esterna ornata da coppie di fogliette lanceolate
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 71.5 cm
Larghezza: 61.5 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
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ALTRE ATTRIBUZIONI
ambito fiammingo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Secondo quanto indicato da una iscrizione presente sul retro della cornice, che si avvicina a quelle apposte dal Principe Umberto, futuro Umberto II nei primi decenni del Novecento alle opere raccolte in castello per allestirvi la propria quadreria dinastica, il dipinto raffigura il principe Emanuele Filiberto di Savoia (Moustier, 1628-Torino, 1709), secondo principe di Carignano, detto il muto. Figlio di Tommaso Francesco, capostipite del ramo, e di Maria di Borbone. Ben noto è il suo mecenatismo, legato prima di tutto alla figura dell’architetto Guarino Guarini, a cui commissionò la costruzione del palazzo in Torino e la ristrutturazione del castello di Racconigi. Iel dipinto in esame è noto attraverso svariate repliche. Il taglio compositivo, poco al di sotto della spalla, e i caratteri della moda, tipicamente alla francese nella scelta della lunga parrucca e dello jabot di pizzo, oltre al viso adulto, ma non anziano, inducono a ipotizzare per l’opera in esame, o quanto meno il suo prototipo, una datazione precedente al matrimonio con Maria Caterina d’Este, avvenuto nel 1684. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399656
- NUMERO D'INVENTARIO R 4876
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 4876 (giallo) - corsivo alto-basso - a matita - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0